Ecco cosa dice realmente lo studio sulla vaccinazione Covid e il sistema immunitario citato da Frajese
Secondo quanto pubblicato da Radio Radio, Il Paragone e Byoblu, una rivista satellite di Nature, Cell Discovery, avrebbe dimostrato in uno studio dell’ottobre 2021 un legame tra vaccini contro il nuovo Coronavirus e danni al Sistema immunitario. Per la precisione citano acriticamente alcune affermazioni di Giovanni Frajese rilasciate a Radio Radio. Lo stesso studio era finito tra le fonti di una controversa analisi della Fondazione Hume sui presunti eventi avversi associati ai vaccini. Il problema è che lo studio in oggetto non riguarda i vaccini adenovirali o a mRNA autorizzati dall’Unione europea e che sono stati somministrati durante la campagna vaccinale in Italia, cosa che si evince fin dalle prime righe del paper.
Per chi ha fretta:
- Lo studio in oggetto tratta di un vaccino a virus inattivato prodotto in Cina.
- I vaccini autorizzati nell’Unione europea e utilizzati nella campagna vaccinale italiana sono a mRNA o adenovirali, non a virus inattivato.
- I vaccini approvati da EMA e FDA hanno superato la terza fase di sperimentazione clinica, coinvolgendo decine di migliaia di persone in tutto il mondo.
- Lo studio in oggetto è stato condotto in vitro con campioni raccolti su 11 persone.
- Uno studio in vitro su una decina di persone che riguarda un vaccino a virus inattivato non può smentire la sicurezza ed efficacia di vaccini concepiti in maniera totalmente diversa, sperimentati con ampi studi clinici.
Analisi
Come accennato, Radio Radio si rifà alle affermazioni di Frajese:
Ora a certificare tale processo potenzialmente lesivo del sistema immunitario è anche la nota rivista Nature. Secondo quanto riportato dal prof. Giovanni Frajese il famoso magazine scientifico inglese ha riportato nero su bianco il legame tra vaccinazione ed indebolimento nella produzione delle immunoglobuline. Queste rappresentano un tassello fondamentale per le nostre difese immunitarie in quanto molecole glicoproteiche prodotte dai linfociti B. Come dunque sembra confermare Nature il legame tra vaccinazione e sistema immunitario è ben lungi dall’essere un’arma del complottismo ma una reale conseguenza scientifica.
Leggendo attentamente lo studio scopriamo che si parla di un vaccino a virus inattivato:
Qui, riportiamo, oltre alla generazione di anticorpi neutralizzanti, alterazioni consistenti nell’emoglobina A1c, livelli sierici di sodio e potassio, profili di coagulazione e funzioni renali in volontari sani dopo la vaccinazione con un vaccino a SARS-CoV-2 inattivato – spiegano i ricercatori -, forse la vaccinazione, pur riducendo la capacità antivirale generale di una persona, ha migliorato la funzione immunitaria adattativa specificamente verso SARS-CoV-2.
Questo genere di vaccini inattivati è stato surclassato in Europa dai vaccini di nuova generazione a mRNA o a vettore adenovirale, un particolare noto da parecchio tempo.
Senza contare che i dati riguardano test condotti in vitro su campioni raccolti da 11 volontari, che avevano ricevuto il vaccino a virus inattivato. Insomma, non stupisce se questo studio prodotto nell’ottobre 2021 sia rimasto in sordina, semplicemente non può valere quanto gli studi clinici di terza fase condotti sui vaccini Covid di nuova generazione, senza contare i riscontri positivi che si stanno avendo a seguito dell’inoculazione di intere popolazioni.
Conclusioni
È stato preso uno studio preliminare condotto in vitro su campioni raccolti da 11 persone vaccinate con un vaccino a virus inattivato, il quale non risulta somministrato nell’Unione europea e durante la campagna vaccinale italiana. Le pubblicazioni scientifiche non sono tutte uguali e nemmeno i vaccini. Quelli che usiamo sono a mRNA o adenovirali, inoltre hanno dimostrato sicurezza ed efficacia in ampi studi clinici e attraverso la somministrazione a milioni di persone nel Mondo.
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