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L’elemosiniere del Papa nella città degli orrori Borodyanka per la Via Crucis. In Ucraina è arrivato guidando un’ambulanza per 2.600 km

15 Aprile 2022 - 17:34 Michela Morsa
Il cardinale è arrivato a Kiev ieri 14 aprile al volante di un'ambulanza donata dal Vaticano all'ospedale l'ospedale cardiologico di Kiev

Celebrerà la Via Crucis a Borodyanka l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, inviato speciale del Pontefice in Ucraina ormai al suo terzo viaggio nel Paese invaso dalla Russia lo scorso 24 febbraio. Krajewski è arrivato appena oggi 15 aprile nella città diventata drammaticamente nota al mondo per le scoperte di numerosi cadaveri di civili dopo la ritirata dell’esercito russo. «Basta venire qui per trovare i segni più profondi della guerra, fino alle persone senza vita – ha detto Krajewski – La Passione vera di Gesù è dove la gente soffre e muore. Ma noi termineremo la Via Crucis con la stazione della Resurrezione».

Questa è seconda tappa del terzo viaggio in Ucraina dell’elemosiniere che, nelle zone devastate dalla guerra, celebrerà anche la Pasqua. Ieri 14 aprile Krajewski si trovava a Kiev, dove ha incontrato l’arcivescovo maggiore greco-cattolico Sviatoslav Shevchukaver e ha visitato la cattedrale patriarcale della Risurrezione di Cristo. Ma, soprattutto, ha consegnato personalmente la seconda ambulanza donata dal Pontefice all’ospedale cardiologico della città, guidandola lui stesso per 2600 chilometri. «Questo è il simbolo – ha detto – con cui Francesco bacia i piedi al popolo ucraino».

La scelta di Papa Francesco di attivare una missione umanitaria in Ucraina, affidata appunto all’elemosiniere e al cardinale Michael Czerny, che dirige il “ministero” che si occupa di migranti, giustizia e pace nel Vaticano, è stata vista come un gesto diplomatico molto insolito. D’altronde, l’elemosiniere del Papa è già noto per i suoi gesti forti. Nel maggio 2019, il cardinale era intervenuto direttamente nella vicenda dello Spin Time Lab, uno stabile occupato da 400 persone in via di Santa Croce a Roma. Le autorità avevano staccato l’elettricità all’edificio e Krajewski, armato di pinze e cacciavite, era andato a riattaccare il quadro elettrico, lasciando persino il suo biglietto da visita sul contatore.

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