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Puzzer licenziato dal porto di Trieste: «Andrò in tribunale». La replica: «Le questioni politiche non c’entrano»

16 Aprile 2022 - 17:50 Redazione
Il leader delle proteste No Green Pass annuncia battaglia. E l'Alpt ribatte: «Licenziato per giusta causa, le legittime ambizioni politiche personali non possono però colpire e indebolire gli altri lavoratori»

Stefano Puzzer, l’ex sindacalista del Clpt e leader delle proteste No Green pass del porto di Trieste, è stato licenziato dall’Agenzia per il lavoro portuale per «giusta causa». Lo ha reso noto lo stesso Puzzer in un video postato su Facebook, annunciando che si batterà «con tutte le forze contro la decisione dell’azienda», l’Agenzia dei lavoratori portuali di Trieste (Alpt). «Non ce l’avete fatta mettendomi la cocaina nelle urine e non ce la farete nemmeno ora», ha dichiarato Puzzer, che aveva annunciato che non si sarebbe presentato al lavoro fino all’abolizione del Green pass, sostenendo che nel caso avrebbe preferito consegnare pizze. Dopo il messaggio di Puzzer, il presidente dell’Alpt, Francesco Mariani, ha però voluto precisare le ragioni del licenziamento: «La vicenda è legata strettamente al rapporto del lavoratore con la sua Agenzia, che deve essere improntato alla lealtà e al rispetto delle normative sanitarie e contrattuali, senza creare nocumento agli altri lavoratori portuali in termini di immagine e di concreta partecipazione alla attività lavorativa».

La risposta dell’Alpt: «Il licenziamento non c’entra nulla con le questioni politiche»

Mariani ha poi sottolineato che il licenziamento di Puzzer «nulla ha a che vedere con vicende politiche sulle quali il lavoratore fa leva». «Personalmente per il lavoratore provo affetto – ha proseguito il presidente dell’Alpt -. Quando Puzzer mi ha chiesto aiuto personale, economico, mi ha trovato disponibile. In qualità di presidente di Alpt devo però guardare a tutti i lavoratori, al loro salario, alle loro famiglie. Ambizioni personali legittime di qualcuno non possono colpire, indebolire i lavoratori art.17 (quelli a chiamata) del porto e il porto di Trieste». Già dallo scorso febbraio, infatti, l’Alpt aveva inviato più volte una serie di lettere di contestazione a Puzzer, chiedendogli di rientrare regolarmente al lavoro, dato che il portuale era in possesso del Green pass, in quanto guarito dal Covid. Ma il leader delle proteste No Green pass negli ultimi cinque mesi ha più lavorato.

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