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Pace fatta tra Ucraina e Vaticano, l’ambasciatore di Kiev: «Apprezziamo le modifiche alla Via Crucis»

16 Aprile 2022 - 19:33 Maria Pia Mazza
L'ambasciata di Kiev aveva contestato la decisione di far portare la croce a una donna ucraina e una russa

Torna il sereno tra Kiev e il Vaticano. Nei giorni scorsi erano arrivate le proteste dell’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, contrario ad alcune scelte di Papa Francesco, poi accantonate, per la tredicesima stazione della Via Crucis al Colosseo, la tappa in cui la croce è stata sorretta da una donna ucraina e una russa, in segno di riconciliazione tra i due popoli. Il diplomatico ucraino ha espresso oggi «apprezzamento per i cambiamenti nella Via Crucis di ieri, dopo le richieste dell’Ucraina». Inizialmente l’ambasciata di Kiev aveva pubblicamente contestato la decisione del Pontefice di far portare la croce a una donna ucraina e una russa, insieme. Una scelta su cui la Santa Sede non ha fatto alcun passo indietro e che ha creato malcontento in Ucraina, tant’è che le reti nazionali e i media cattolici di Kiev hanno boicottato la Via Crucis di ieri. Quest’oggi, però, l’ambasciatore Yurash ha spiegato che è stata apprezzata la scelta di cambiare all’ultimo momento la meditazione scritta della tredicesima stazione, per dare spazio al silenzio e alla preghiera.

Il testo originario della meditazione della XIII stazione

Inizialmente la meditazione conteneva dei passaggi che facevano riferimento alla «morte intorno», alla «vita che sembra perdere di valore», e al repentino cambio di tutto quello che circonda l’essere umano, «l’esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d’inverno, l’andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie». Nella mediazione originaria veniva fatta menzione anche di «lacrime ormai finite» e della «rabbia che ha lasciato il passo alla rassegnazione», per poi ricollegarsi all’originale testo evangelico: «Signore dove sei? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, a essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare». Questa parte della meditazione è stata rimossa dalla Via Crucis, per lasciare invece spazio al silenzio. Un passo indietro, per andare incontro alle richieste di Kiev, che il portavoce della Santa Sede, Matteo Bruni, ha spiegato in questi termini: «Di fronte alla morte il silenzio è più eloquente delle parole. Sostiamo pertanto in un silenzio orante e ciascuno nel cuore preghi per la pace nel mondo».

L’incontro tra il cardinale Parolin e il sindaco di Melitopol’ rapito dai russi

Oggi, inoltre, il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha incontrato Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol’, che era stato rapito lo scorso 11 marzo scorso, dopo che le truppe di Putin avevano preso il controllo della città, per poi essere liberato il 16 marzo. Durante l’incontro si è discusso della situazione dell’Ucraina e, oltre all’ambasciatore ucraino in Vaticano, erano presenti anche tre parlamentari di Kiev, Maria Mezentseva, Olena Khomenko, Rustem Umerov.

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