La risposta di Patrick Zaki agli insulti dopo Juventus-Bologna: «Se non posso dire la mia sul calcio come potrò farlo sul resto?»
Ieri Patrick Zaki è finito nella bufera per un commento su Juventus-Bologna. Dopo le esplusione comminati ai giocatori rossoblù, lo studente egiziano su Twitter ha accusato la squadra allenata da Massimiliano Allegri di aver corrotto l’arbitro: «Due cartellini rossi, stanno ancora pagando». La frase ha scatenato la reazione di molti utenti su Twitter, che hanno postato foto di buste con proiettili o gli hanno consigliato di tornarsene a casa sua (in effetti Zaki è attualmente in Egitto e non può lasciare il paese). Lo studente egiziano nella serata di ieri ha risposto con un post su Facebook: «Non volevo offendere nessuno con le mie parole e accetto il diritto di ogni persona di esprimere la propria opinione, spero solo che le persone mi lascino esercitare il mio diritto fondamentale di dire la mia opinione su una partita. In un mondo pieno di ogni sorta di censura da parte di vari attori, io scommetto sempre sulla gente per proteggere i diritti di libertà di parola degli altri anche se non sono d’accordo. Se non posso dire la mia opinione sul calcio senza essere attaccato, non sono sicuro di come dovrei recuperare la mia voce in questioni più importanti».
Leggi anche:
- Patrick Zaki sommerso di insulti dopo un commento su Juve-Bologna: «Parassita. Speriamo che ti condannino»
- Patrick Zaki, udienza rinviata al 21 giugno. L’attivista denuncia: «Sono sotto attacco informatico»
- Processo Zaki, una fonte egiziana: «L’udienza del 5 aprile sarà senza sentenza». L’attivista rischia 5 anni di carcere
- Patrick Zaki al congresso nazionale dell’Anpi: «Devo la mia libertà a chi ha deciso di essere la mia voce»
- Patrick Zaki, udienza rinviata al 6 aprile: «Non scappo, continuerò a lottare per i diritti in Egitto»