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Cosa succede a Mariupol: «I russi all’attacco come in Siria e in Cecenia»

18 Aprile 2022 - 08:48 Redazione
mariupol ucraina russia
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L'esercito di Mosca dà l'ultimatum agli ultimi soldati di Kiev. L'amministrazione: ci sono donne, bambini e anziani nel bunker

La città ucraina di Mariupol sta per cadere e i russi la stanno chiudendo in ingresso e in uscita. Le truppe ucraine hanno infatti deciso di non arrendersi e di combattere fino alla fine. Di conseguenza Mosca ha deciso di imporre dei permessi di movimento per regolare gli spostamenti nei diversi quartieri della città, come ha spiegato il consigliere del sindaco Petro Andriushchenko su Telegram, condividendo una foto nella quale si vede una fila di persone in attesa di ottenere questi permessi. «Centinaia di cittadini devono fare la fila per ottenere un pass, senza il quale la prossima settimana sarà impossibile non solo spostarsi tra i quartieri della città, ma anche scendere in strada», ha affermato Andriushchenko.

Il bunker di Azovstal

Intanto il capo della polizia di pattuglia di Mariupol Mykhailo Vershynin ha dichiarato che all’interno dell’acciaieria Azovstal, ultimo bastione dei difensori, sono nascosti anche civili tra cui donne e bambini: «Ci sono molte persone nei bunker di Azovstal: donne, bambini, anziani e neonati», ha detto Vershynin. «Ci sono molte persone nei bunker di Azovstal: donne, vecchi bambini», ha dichiarato a sua volta all’agenzia Ukrinform l’ex ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, «vivono in condizioni terribili, senza medicine, cibo o acqua». I circa 2 mila combattenti ucraini – per lo più soldati ucraini e membri del reggimento Azov – che ancora resistono nell’acciaieria hanno rifiutato ieri mattina la proposta di resa delle forze russe.

E l’intelligence britannica, nel consueto report mattutino sulla guerra, ha fatto sapere che la resistenza ucraina in città ha rallentato l’avanzata dei russi sugli altri fronti. E che l’esercito ha colpito obiettivi civili in più occasioni, ricalcando l’approccio alla guerra in Cecenia del 1999 e all’intervento in Siria del 2016. Contraddicendo le regole d’ingaggio che la stessa Russia si era data all’epoca dell’annuncio dell’«Operazione Speciale» in Ucraina del 24 febbraio scorso. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato nell’intervista rilasciata ieri alla Cnn che circa cinquemila bambini sono stati deportati da Mariupol in Russia.

Foto copertina da: Twitter

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