Genova, disabili costretti a scendere dal treno perché i loro posti sono occupati. Toti: «Episodio ingiustificabile»
«Venticinque persone con disabilità cacciate dal treno, chiamiamo le cose con il loro nome e condanniamo questo gesto». Con un post su Facebook la ministra per le Disabilità Erika Stefani ha commentato l’episodio di ieri, 18 aprile, che ha coinvolto un gruppo di ragazzi disabili alla stazione di Genova Principe, costretti a scendere dal treno diretto a Milano perché un gruppo di turisti si è rifiutato di alzarsi dai posti occupati, nonostante fossero riservati alle persone disabili. «L’inclusione è una battaglia che ci vede tutti uniti ed episodi del genere vanno stigmatizzati all’unanimità, altrimenti avremo perso tutti. Per fortuna ci sono tante persone nel nostro Paese che rispettano i diritti delle persone con disabilità: a loro sembrerà assurdo quanto accaduto sul treno Genova-Milano». Una ferma condanna era arrivata ieri anche da Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, e dall’assessore ai trasporti Gianni Berrino: «Quello che è accaduto è vergognoso, un episodio da stigmatizzare. Segna la totale mancanza di rispetto e sensibilità verso le persone disabili – hanno dichiarato – Nonostante siano intervenuti gli operatori di Trenitalia e gli agenti della Polfer non c’è stato niente da fare».
Nella mattinata di oggi 19 aprile Toti è tornato sulla questione, al termine dei lavori del Consiglio regionale, sottolineando come l’episodio sia avvenuto «in una giornata complicata evidentemente dagli spostamenti di massa previsti ma molto abbondanti». «Detto questo – ha aggiunto – non vi è giustificazione per chi anche semplicemente per educazione civica non garantisce a chi è più in difficoltà di poter godere del diritto alla mobilità». Anche il Consiglio della Regione si è espresso in merito alla vicenda: «Le persone a bordo si sono rifiutate di alzarsi nonostante gli inviti del personale. Oltre a chiedere chiarezza su quanto avvenuto, questo gesto di inciviltà ci rende consapevoli di quanto ci sia ancora da fare culturalmente per il mondo delle disabilità», ha detto Gianmarco Medusei, presidente dell’assemblea, dicendosi «sgomento».
Le conseguenze legali
Alla condanna unanime da parte delle istituzioni si somma quella delle associazioni per la tutela dei consumatori, che annunciano provvedimenti. Il Codacons presenterà una denuncia alla Procura della Repubblica, chiedendo che i responsabili vengano identificati e perseguiti secondo la legge. L’associazione, nella nota del presidente nazionale Marco Donzelli, ha poi chiesto chiarezza anche da parte di Trenitalia: «È una vicenda disgustosa, in cui vengono a mancare le normali regole di convivenza, ma non si può neanche far finta di niente dinnanzi ai soliti disagi di Trenitalia, che aveva previsto mezzi alternativi causa sostituzione del convoglio sul quale si viaggiava nella stazione di Savona, che poi ha generato il solito caos. Quanto accaduto lascia ancora più perplessi, perché Trenitalia deve fare in modo di garantire a coloro che ne hanno diritto i posti sui mezzi, e se ci sono delle violazioni far rispettare le regole, altrimenti è il far west».
Assoutenti è pronta a depositare un esposto alle procure della Repubblica di Genova e Milano con l’ipotesi di violenza privata. Secondo il presidente dell’associazione Furio Truzzi, ci sarebbero infatti gli estremi per parlare di reato, in base all’art. 160 del codice penale che condanna «chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa». «Chiediamo alle Procure di identificare tutti i passeggeri responsabili e di procedere nei loro confronti – ha dichiarato Truzzi – Chiediamo inoltre che venga elevato per loro un “daspo” a vita su tutti i treni italiani, allo scopo di dare un segnale di forte condanna verso simili barbarie».
La vicenda
L’episodio è avvenuto ieri pomeriggio alla stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe. Il gruppo di ragazzi, 25 disabili e cinque accompagnatori, avevano prenotato, grazie alla CartaBlu di Trenitalia, i posti sul treno regionale 3075 Albenga-Milano per rientrare da una gita in Liguria. Ma, secondo quanto riferisce Trenitalia, salendo a bordo hanno trovato i loro posti, segnalati come riservati agli altri viaggiatori da apposite etichette, occupati da alcuni turisti. Quattro addetti del servizio clienti e tre agenti della Polizia ferroviaria sono intervenuti per far liberare i posti, ma le persone sedute non hanno voluto saperne di cederli.
A quel punto la compagnia si è adoperata per permettere al gruppo di proseguire il viaggio, allestendo per loro un pullman privato, poi partito una mezz’ora dopo l’accaduto. Diversa la versione della Polfer, che sostiene che a causa della confusione, dovuta al sovraffollamento del treno e delle banchine della stazione, non sarebbe stato nemmeno possibile tentare di convincere gli occupanti abusivi a cedere i posti riservati. Sarebbero addirittura tre i pullman partiti dalla stazione, disposti per compensare la sostituzione del convoglio che eseguiva la tratta fino a Milano, vandalizzato all’altezza di Savona, con uno dalla capienza più ridotta.
La versione di Haccade
Nella serata del 19 aprile l’associazione coinvolta, l’Haccade, ha riportato in un post su Facebook la sua versione dell’accaduto. Stando al racconto dell’associazione, il loro gruppo di viaggiatori sarebbe arrivato in stazione con un’ora di anticipo rispetto all’arrivo del treno. Subito Trenitalia avrebbe proposto loro di fare il viaggio in pullman per aggirare il problema di sovraffollamento, offerta rifiutata dal gruppo «in quanto aventi diritto», e per la necessità di far scendere una persona alla stazione di Milano Rogoredo, tappa negata dal mezzo sostitutivo. All’arrivo del treno, continua il post, il gruppo non è riuscito nemmeno a salire a bordo, perché «colmo di passeggeri ammassati» e privo del cartello che secondo Trenitalia contrassegnava i posti riservati.
Haccade conferma il tentativo di intervento della Polizia ferroviaria, ma sottolinea di non ritenere adeguata la modalità ipotizzata, ossia la discesa di 30 passeggeri, in quanto «il disagio causato a noi è un disagio causato anche agli altri passeggeri che, informalmente, hanno espresso dispiacere e difficoltà». Haccade attribuisce quindi a Trenitalia tutta la responsabilità del disagio creatosi in stazione. Inoltre, l’associazione si è lamentata dell’organizzazione del servizio sostitutivo. Il pullman, arrivato a destinazione con due ore di ritardo, era privo di servizi igienici a bordo, le «condizioni climatiche» erano inadeguate, come le informazioni sul luogo di arrivo preciso, dove era totalmente assente il personale di assistenza incluso nel servizio prenotato e pagato dall’associazione.
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