Assedio Azovstal, scaduto l’ultimatum russo: nessuna resa degli ucraini. Riaperto il corridoio umanitario: autobus fanno tappa anche all’acciaieria
È scaduto alle 13, ora italiana, di oggi 20 aprile l’ultimatum dell’esercito russo ai militari ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, ma finora non ci sarebbero stati segnali di resa, secondo quanto riporta la Bbc. La città portuale è ancora sotto assedio russo, ormai circondata, ma non ancora caduta. Già ieri 19 aprile le forze armate russe avevano intimato alle truppe ucraine, rimaste nell’acciaieria di Azovstal, di arrendersi, secondo quanto dichiarato da Mikhail Mizintsev, capo del centro di gestione della Difesa nazionale della Federazione Russa, citato dall’agenzia russa Tass. Il messaggio sarebbe stato trasmesso, ogni 30 minuti e attraverso i canali radio, alle unità ucraine all’interno dell’acciaieria. Secondo Mizintsev, le autorità ucraine non avrebbero fatto nulla per salvare le proprie truppe bloccate nell’acciaieria, un comportamento che l’ufficiale russo considera: «irresponsabile». I russi hanno poi ribadito la disponibilità a far evacuare i civili rimasti nell’acciaieria, con brevi corridoi umanitari che sarebbero attivi già da 24 ore. Da questi sarebbero passati appena un centinaio di ucraini, secondo quanto riportato dalle agenzie russe, per lo più residenti nelle zone vicine all’acciaieria. Formalmente il corridoio umanitario da Mariupol sarebbe ancora attivo oggi, a partire dalle 13 ora italiana. Stando al sindaco della città, Vadim Boychenko citato dalla Bbc, gli autobus in partenza faranno tappa anche vicino alla Azovstal.
Foto in copertina: EPA
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