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L’ultimo video della propaganda russa che sfrutta il fenomeno di TikTok «Sea Shanty»

20 Aprile 2022 - 19:45 David Puente
Ideato da un movimento giovanile di Lugansk, per qualcuno il video ricorda la propaganda fascista

Non c’è soltanto il Putin Team. L’ultimo video di propaganda a favore dell’invasione russa in Ucraina sfrutta la notorietà di “Sea Shanty” dello scozzese Nathan Evans, diventato popolare su TikTok nel corso del 2021. La clip mostra due ragazze vestite di nero mentre intonano, davanti alla bandiera dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, una versione del brano completamente rivisto in funzione pro Russia. Entrambe vengono accompagnate da un gruppo di ballerine vestite da infermiere impegnate a disegnare le lettere “Z” e “V” comparse sui mezzi che da oltre 50 giorni sono impegnati in Ucraina. Non sono mancati i commenti da parte degli osservatori, in buona parte d’accordo nell’accostare il video alla propaganda fascista.

La canzone originale è in realtà neozelandese, nota con il nome di “The Wellerman Song” e si presume scritta da un pirata o un baleniere. Le due ragazze intonano un testo riadattato dove viene esaltata la figura della Russia, descrivendone la sua generosità. Un’opera di convincimento, dunque, volta ad abbracciare la bontà d’animo di Mosca e della cosiddetta “operazione speciale” di Vladimir Putin. Risulta curioso come un canto di mare stia diventando il nuovo simbolo della propaganda filorussa a seguito dell’affondamento dell’incrociatore Moskva. Un elemento che non è passato inosservato sui social.

L’origine del video

Benché condiviso per lo più da utenti occidentali su Twitter, il video è stato pubblicato nei canali Telegram filorussi come quello chiamato “Corrispondenti di guerra della Primavera russa” (“Военные корреспонденты Русской Весны“). Nel post del 19 aprile 2022, gli amministratori del canale spiegano che la clip è stata realizzata da un movimento giovanile chiamato “Sorelle della vittoria” (“Сестры Победы”) formato dalle mogli e fidanzate dei militari che combattono nella cosiddetta “operazione speciale” tra le fila della autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk.

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