Liliana Segre e il 25 aprile: «Canterò “Bella Ciao” pensando al popolo ucraino che ‘ha trovato l’invasor’»
La senatrice a vita Liliana Segre, a Pesaro dove è in convalescenza dopo aver avuto Covid-19, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per parlare del 25 aprile durante la guerra in Ucraina. «L’equidistanza non è possibile, il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta». La storia, aggiunge, «mostra che la pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto». Segre dice nel colloquio con Alessia Rastelli che rispetta la scelta di far parlare una profuga ucraina durante la manifestazione di Milano: «Lo vedo anche come un segno di solidarietà verso i tantissimi anziani, donne, bambini, costretti a lasciare il loro Paese. Del resto sarebbe difficile in un anno come questo intonare Bella ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno “trovato l’invasor”. Ciò non vuol dire ovviamente essere contro il popolo russo, vittima delle decisioni disumane del suo leader». Infine, Segre racconta dov’era il 25 aprile 1945: «Nel lager di Malchow, nella Germania settentrionale, dove ero stata trasferita dai nazisti come ultima tappa della “marcia della morte” iniziata da Auschwitz. Ricordo grande nervosismo tra i nostri aguzzini, mentre noi non capivamo cosa stesse accadendo. Furono alcuni francesi prigionieri dei tedeschi, passando vicino al filo spinato in quei giorni di aprile, a dirci: “Non morite, tenete duro, la guerra sta per finire”».
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