Emmanuel Macron: «Putin ride e dice che le stragi sono una messinscena. Ma dobbiamo trattare con lui»
«È dura trovarsi davanti alla negazione dei fatti. È dura passare ore a parlare con il presidente Zelensky, con persone che vivono l’orrore, un orrore manifesto. Siamo tutti sconvolti. E poi hai davanti a te qualcuno che nega, che ne ride, che ripete che è solo una messinscena…». Nell’intervista che rilascia oggi al Corriere della Sera in occasione delle elezioni presidenziali in Francia Emmanuel Macron è molto duro con Vladimir Putin e la sua Russia. Il presidente dice che non parla con Zar dai tempi della strage di Bucha. Ma aggiunge che questa è l’unica strada per la pace: «Ci ho parlato ogni volta che Zelensky me l’ha chiesto. Non bisogna dimenticare che il presidente ucraino vuole questo contatto. È in questo contesto che il nostro ruolo è utile. E bisognerà preparare la pace. Un giorno ci sarà un cessate il fuoco. Ci saranno potenze garanti, e noi saremo tra loro».
«Dunque penso che si debba essere molto attenti. Lo dico con molta gravità e, oserei dire, con una forma di peso etico, ma se per stanchezza scegliamo di non parlargli più, allora lasciamo la responsabilità di parlare con Vladimir Putin al presidente turco, al primo ministro indiano, al presidente cinese. E decidiamo che saranno i non europei a costruire la pace in Europa, il giorno dopo. Dunque, anche se è molto duro, anche se è talvolta inefficace, dobbiamo insistere».
Per Macron «bisogna costruire qualcosa con lui. È un uomo intelligente, non lo contesto. È un uomo intelligente. E voglio credere che ci sia ancora in lui qualcosa che lo porti a volere lasciare alla Storia, al suo popolo, qualcos’altro che non sia il caos e l’ignominia. Questo filo non voglio abbandonarlo. So che spetta a noi europei costruire la pace sul nostro suolo. Il giorno del cessate il fuoco dovremo essere presenti al tavolo dei negoziati per garantire la sicurezza collettiva e la pace nella regione».
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