Grillo e M5s, l’accordo sul blog è ufficiale: al fondatore oltre 200 mila euro. E monta la polemica nel Movimento
Il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo hanno siglato un nuovo accordo commerciale. Il contratto tra il M5s e il suo fondatore ha un valore compreso tra i 200 mila e i 300 mila euro, che finiranno nelle “tasche” di Grillo, che, tra le altre cose, pubblicherà sul blog gli interventi degli esponenti più di spicco del partito. Di fatto, l’accordo siglato segna un’ennesima tregua tra il fondatore del Movimento e il leader del M5s, Giuseppe Conte, come accaduto l’estate scorsa. L’obiettivo, dichiarato in una nota, è quello di supportare il M5s «nella comunicazione, con l’ideazione di campagne, promozione di strategie digitali, produzione video, organizzazione eventi, produzione di materiali audiovisivi per attività didattica della Scuola di formazione del Movimento, campagne elettorali e varie iniziative politiche». Tra gli obiettivi sono presenti «anche la promozione delle attività del Movimento all’estero attraverso la partecipazione a convegni, giornate di studio, incontri con personalità scientifiche e istituzionali».
Le polemiche interne e il nodo russo
Anche questa nuova partnership ha creato non pochi malumori nella galassia pentastellata, divisa non solo dall’elevato costo dell’accordo, che verrà finanziato mediante i rimborsi interni dei parlamentari, ma anche per la “linea” che le attività promozionali e sul ruolo che ricoprirà, di fatto, da Grillo stesso. Non mancano divergenze interne tra parlamentari Cinque Stelle, in particolare tra i senatori, e Grillo. In passato il blog dell'”Elevato” è sempre stato improntato su contenuti anti-Nato, vicini a posizioni della Russia, così come della Cina e, talvolta, contro l’Ucraina. Questo però fino all’esplosione della guerra di Mosca contro Kiev. C’è poi la questione dell’invio delle armi. Da sempre, sul blog di Grillo, i contenuti pubblicati sono stati contrari all’uso e all’invio delle armi ad altri Paesi. Una posizione che però non è in linea con quelle del governo Draghi, di cui lo stesso M5s fa parte e che la prossima settimana discuterà in Cdm proprio l’invio di armi da Roma a a Kiev.
Lo scontro dei senatori M5s sull’invio delle armi a Kiev
Il senatore Mauro Coltorti, in un post su Facebook, ha scritto: «La guerra in Ucraina va fermata subito e continuare a mandare armi come fa Biden o esasperare il conflitto con sgarbi istituzionali non aiuta in tal senso. Nel Movimento 5 Stelle c’è un acceso dibattito su quale sia la via migliore per creare un tavolo di concertazione ed interrompere il conflitto. Il blocco dell’invio di nuove armi all’Ucraina da parte del governo italiano potrebbe essere una via da percorrere». E ancora: «Se questo servisse a far cessare la guerra firmerei anche una mozione per chiedere a Zelensky il riconoscimento dell’autonomia delle repubbliche del Donbass che sono già quasi interamente in mani russe».
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