Malore per Stefano Tacconi, l’ex portiere ricoverato in prognosi riservata
Stefano Tacconi, ex portiere e capitano della Juventus e della Nazionale italiana, si trova ricoverato da oggi pomeriggio in prognosi riservata all’ospedale di Alessandria nel reparto di Neurochirurgia per ischemia. In mattinata il 64enne, ex capitano della Nazionale, ha avvertito un forte mal di testa. Poco dopo il malore e la corsa in ospedale ad Asti. Portato nella struttura “Cardinal Massaia” i medici hanno indicato l’immediato trasferimento nell’ospedale di Alessandria. Nella serata di ieri Tacconi era stato ospite della rassegna “La giornata delle figurine” partecipando a una cena benefica in favore del comitato locale della Croce Rossa Italiana. Secondo quanto hanno ricostruito le testimonianze, l’ex calciatore si trovava in compagnia di uno dei suoi figli e a seguito della cena ha proseguito la serata in un locale da ballo nel centro della città.
«Riprenditi papà»
«Riprenditi Papi, sei un leone, vincerai anche questa battaglia». Con una stories pubblicata su Instagram il figlio dell’ex portiere, Andrea Tacconi, ha voluto dedicare un pensiero per il padre, ricoverato da oggi pomeriggio nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Alessandria. Oltre alla frase, anche una foto di Andrea con suo padre e un’emoticon con le mani giunte. Prima della stories a sostegno del papà, il giovane aveva postato anche altri video che raccontano la serata di beneficenza trascorsa insieme nelle poche ore precedenti al malore.
«Non so quanto mi resta da vivere»
«Non so quanto mi resta da vivere. Un anno e mezzo fa mi sono operato alla schiena, con due vertebre fratturate. Ho rischiato di rimanere sulla sedia a rotelle». Solo pochi mesi fa negli studi di Mediaset, intervistato da Barbara D’Urso, l’ex giocatore aveva parlato di alcune sensazioni circa la sua prospettiva di vita. E aveva aggiunto: «Ho quattro figli e ho sempre pensato alla mia famiglia, adesso voglio riprendermi un po’ di vita e andare ad allenare un anno in Cina. Mia moglie ha minacciato di divorziare se parto. Io, però, ho deciso». A metà marzo in un’altra occasione televisiva aveva parlato degli stessi progetti con speranza: «Il professore purtroppo mi ha detto che dovevo operarmi o rischiavo la sedia a rotelle. Ora sono abbastanza dritto, non potevo fare più le scale o portare i pesi. Con tutto quello che mi sta succedendo ho sacrificato la mia vita per dedicarmi alla famiglia, vorrei prendere i miei spazi. Vorrei andare due anni in Cina, per lavoro e non solo». A distanza di poco più di un mese da quei progetti dichiarati Tacconi si trova a lottare tra la vita e la morte.
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