Epatite nei bambini, la circolare del ministero: «Finora 11 segnalazioni: escluso legame con vaccino anti Covid»
Sono finora 11 le segnalazioni al ministero della Salute relativi a casi di epatite acuta di natura non conosciuta raccolti finora da otto Regioni. Lo chiarisce la circolare del ministero firmata dal direttore della Prevenzione, Gianni Rezza, che invita le autorità sanitarie regionali a continuare a segnalare ogni tipo di caso sospetto. Considerando che i pazienti coinvolti sono per il momento bambini sotto i 10 anni, Rezza raccomanda a medici e dirigenti sanitari di: «privilegiare sensibilità rispetto a specificità», quindi di inviare al ministero le segnalazioni: «anche di casi parzialmente rispondenti alla definizione di caso», come prescritto dall’Oms.
«Nessun legame tra epatiti e vaccino anti Covid»
Le segnalazioni finora sono arrivate da Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto. Due sarebbero i casi confermati, relativi a bambini sopra i 10 anni, e uno giudicato «possibile» a cui è stato eseguito un trapianto. La positività per SARS-CoV-2 o Adenovirus, spiega la circolare, è stata riportata solo in due casi sospetti: «Il ruolo degli Adenovirus in queste forme ipotizzato in UK, non è però confermato». A proposito di possibili legami tra i casi di epatite e le somministrazioni di vaccino anti Covid, Rezza chiarisce: «Non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti COVID-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune. Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un’eziologia virale di tipo A, B, C, D ed E, le autorità sanitarie del Regno Unito considerano l’ipotesi infettiva la più probabile, dato il quadro epidemiologico e le caratteristiche cliniche dei casi. Sono state avviate, e sono in corso, anche indagini tossicologiche».
I casi di epatite acuta segnalati in Italia fino al 22 aprile
Stando alle segnalazioni arrivate fino al 22 aprile, spiega Rezza, si tratta di casi sporadici sparsi sul territorio nazionale. Tra questi un paziente ricoverato prima del gennaio 2022 non rientrerebbe nella definizione di caso. Su due si sta ancora cercando di chiarire le eventuali cause che hanno provocato l’infezione. Quattro casi sono definiti dal ministero «sospetti», ma gli esami su questi sono ancora in corso.
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