Report Iss, aumentano le reinfezioni Covid: «Giovani, donne e operatori sanitari più a rischio»
I casi di reinfezione da Covid-19 in Italia non smettono di aumentare e darne la conferma è l’ultimo report esteso dell’Istituto Superiore di Sanità. Il monitoraggio segnala che tra il 24 agosto dello scorso anno e il 20 aprile del 2022 si registrano 357mila casi di reinfezione. Soggetti che pur avendo già contrato il virus lo hanno preso di nuovo a distanza di mesi. Si tratta di una percentuale piuttosto bassa rispetto al totale dei contagi, ma nell’ultima settimana, come in quella precedente, il dato è aumentato con una media di una persona reinfettata su venti. «Le reinfezioni corrispondono al 3,2% dei casi totali registrati nel periodo tra il 24 agosto scorso e il 20 aprile di quest’anno», spiega l’Iss, «ma se guardiamo all’ultima settimana, la percentuale di reinfezioni sui casi totali sale al 4,5% e nei sette giorni precedenti era stata registrata al 4,4%».
Chi si reinfetta di più
Secondo il monitoraggio esteso inoltre, le fasce più coinvolte dall’ondata di reinfezioni sono le donne, i giovani tra i 12 e i 49 anni e tutto il personale sanitario. «Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%)», spiega il report, «dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare». Sui giovani invece gli esperti attribuiscono la responsabilità «verosimilmente giovani a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età > 60 anni». Tra le ulteriori categorie citate c’è anche quella parte di popolazione che ha contratto l’infezione da almeno sette mesi fa, che non è vaccinata o che è vaccinata da più di quattro mesi.
Incidenza alle stelle nella fascia 30-39
Per ciò che riguarda l’incidenza dei casi a livello nazionale, si passa si passa dai 740 ogni 100mila abitanti del periodo 4-10 aprile ai 657 ogni 100mila abitanti del periodo 11-17 aprile. Un dato in calo che però non riguarda le fasce di età sopra i 70 anni. E che si registra con un valore molto alto nella categoria dei giovani tra i 30 e i 39 anni: il tasso, seppur in discesa, è più del doppio del dato nazionale: 1.618 casi ogni 100mila abitanti.
Mortalità 10 volte più alta tra i non vaccinati
Il report esteso dell’Iss rende conto anche dell’efficacia della campagna vaccinale anti Covid. Tra febbraio e marzo il tasso di mortalità è stato cinque volte più alto nei non vaccinati rispetto a chi ha completato il ciclo primario (due dosi) da meno di quattro mesi. Dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster. «Tra i non vaccinati si segnalano 36 morti ogni 100mila abitanti, tra i vaccinati con due dosi 8 decessi. Tra i vaccinati con booster 4». L’efficacia dei vaccini anti Covid continua a far registrare buoni dati anche sul fronte delle ospedalizzazioni. Il tasso di ricovero è 3 volte più alto nei non vaccinati rispetto a chi ha fatto le due dosi da meno di quattro mesi. Quattro volte rispetto a chi ha fatto la terza. «In terapia intensiva», spiega ancora il report» i non vaccinati fanno ingresso quattro volte più di chi ha concluso il ciclo primario da meno di quattro mesi e otto volte di più rispetto a chi ha fatto anche la dose booster».
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