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Mariupol, il corridoio umanitario è saltato. La vicepremier ucraina: «Domani faremo un nuovo tentativo»

Il corridoio umanitario era stato aperto alle 11 (ora italiana). Nelle ultime ore Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha chiesto ai russi una tregua almeno per oggi, giorno della Pasqua ortodossa

«I corridoi umanitari che le autorità ucraine cercavano di organizzare da Mariupol sono falliti anche oggi». La comunicazione arriva dalla vicepremier ucraina Iryna Vereschuk, che aggiunge: «Domani faremo un nuovo tentativo». L’operazione per creare un corridoio umanitario a Mariupol e tentare di nuovo di evacuare i civili rimasti in città era cominciata alle 11, ora italiana. Ad annunciarlo era stata sempre la vicepremier Vereschuk che poi aveva chiesto ai residenti che stavano lasciando la città di essere «attenti e vigili» e di non «cedere all’inganno e alla provocazione». Il rischio, secondo Vereschuk, era quello che anche i russi aprissero un corridoio umanitario per portare i civili verso il loro territorio: «Il nostro corridoio funziona esclusivamente in direzione di Zaporozhye (via Mangush, Berdyansk, Tokmak, Orikhiv)». Nei giorni scorsi erano falliti diversi tentativi di lanciare il corridoio umanitario da Mariupol, un piano che però era già fallito diverse volte. Al momento nei piani di evacuazione non sono compresi i civili bloccati all’interno dell’acciaieria Azvostal.

La richiesta di tregua di Podolyak

Nelle ultime ore il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, si è rivolto al Cremlino per chiedere «una vera tregua pasquale» nel giorno della festività per la Chiesa ortodossa. Podolyak aveva anche chiesto di «aprire immediatamente un corridoio umanitario per civili» e l’impegno a concordare un «ciclo speciale di negoziati» per agevolare anche lo scambio di civili e militari. «La Russia attacca costantemente Azovstal a Mariupol – ha scritto Podolyak su Twitter – Il luogo in cui si trovano i nostri civili e i soldati è bersagliato da pesanti bombardamenti aerei, fuoco di artiglieria e da un’intensa concentrazione di forze e attrezzature per l’assalto». All’appello di Podolyak si è aggiunto quello dell’Onu, che ha chiesto una «tregua immediata» per permettere l’evacuazione dei civili.

Foto di copertina: EPA/ROMAN PILIPEY | Civili in fuga da Mariupol

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