25 aprile, le due piazze di Milano. Il corteo colorato con le donne ucraine e le contestazioni a Letta: «Servo della Nato» – I video
Quello di quest’anno non è stato un corteo del 25 aprile come tutti gli altri. Con lo scoppio della guerra in Ucraina lo scorso 24 febbraio e con il conseguente invio di armi alle truppe di Zelensky da parte della Nato, e quindi anche dell’Italia, il fronte degli antifascisti si è spaccato. Puntualmente, poco dopo l’inizio della manifestazione sono arrivate le prime tensioni. Protagonista il segretario del Pd Enrico Letta, contestato al grido di «Letta servo della Nato», «Via le bandiere della Nato dal corteo» dicono alcuni manifestanti.
Tra i primi a difendere il segretario del Pd proprio il presidente nazionale di Anpi, Gianfranco Pagliarulo, che si era detto contrario all’invio di armi e che era stato bacchettato per alcuni post social risalenti al 2014/2015 in cui sembrava schierarsi contro l’Ucraina, definendo «nazistoide» il governo di Kiev. «È un grave errore perché queste cose il 25 aprile non servono mai. Anche quando ci sono posizioni diverse bisogna evitare che su singoli fatti si perda la bussola di una posizione unitaria. Non può essere che comune l’obiettivo della pace in una situazione così grave come quella dell’Ucraina e dell’Europa», ha dichiarato.
Video Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Le tensioni hanno riguardato anche la Brigata ebraica, accanto alla quale ha scelto di sfilare Forza Italia, oltre ai City Angels. A contestare la Brigata lo stesso gruppo che se l’era presa col Pd, apostrofato come «partito guerrafondaio»: «Niente soldi alle armi – urlavano i manifestanti – niente tagli a scuola e sanità». La manifestazione è partita da corso Venezia angolo via Palestro, e infine è confluita in piazza Duomo. Sul palco, oltre al sindaco Beppe Sala, anche due cittadine ucraine. Alla manifestazione hanno aderito dal Pd al M5s, oltre a centri sociali e realtà antagoniste. Per Roberto Cenati, presidente dell’Anpi di Milano, in piazza c’erano 70 mila persone.
Video di Fabio Giuffrida per OPEN | Foto in copertina di ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
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