Il complesso viaggio di Draghi a Kiev, i dubbi su sicurezza e Covid: «Tutto in 24 ore senza preavviso». E in agenda anche un vertice con Erdogan
L’organizzazione del complesso viaggio di Mario Draghi a Kiev si intreccia con la preparazione da parte del governo di un vertice in Turchia con Erdogan, che solo ieri si è riproposto a Volodymyr Zelensky come mediatore tra Kiev e il Cremlino. Il viaggio del premier italiano in Ucraina potrebbe avvenire entro il 1 maggio, spiega Repubblica, sempre che Draghi torni negativo in tempo, visto che fino a ieri sarebbe stato ancora positivo. La preparazione del viaggio è comunque in corso, considerando soprattutto la complessità dello spostamento che dovrebbe svolgersi in 24 ore, tra volo in aereo, viaggio in auto e treno. Il tutto senza alcun tipo di preavviso, per tutelarne la sicurezza. Proprio gli aspetti logistici e organizzativi starebbero sollevando dubbi e nervosismi, spiegano Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschi su Repubblica, alla luce delle difficoltà di coordinare gli apparati di sicurezza italiani e gli uffici diplomatici della Farnesina, tornata sul campo in Ucraina dopo la riapertura dell’ambasciata italiana a Kiev.
Come arriverà Draghi in Ucraina
Come arriverà Draghi a Kiev è ancora tutto da definire. I cieli di Kiev sono sostanzialmente interdetti, motivo per cui già i leader che finora hanno fatto visita a Volodymyr Zelensky hanno dovuto raggiungere la Polonia in aereo, per arrivare a Kiev in treno con altri spostamenti intermedi in auto attraverso Leopoli. Un viaggio lungo e faticoso, per il quale non è neanche escluso che possa essere svolto da Luigi Di Maio. Soprattutto nel caso in cui il premier non riuscisse a negativizzarsi dal Coronavirus e recuperare in tempo.
Il vertice Italia-Turchia
In agenda il governo avrebbe anche un vertice italo-turco, come riporta il Corriere della Sera, con la ferma intenzione di Roma di avere un ruolo sempre più di garanzia nella difficile trattativa tra Kiev e Mosca. Su proposta italiana, ad Ankara si dovrebbe svolgere un vertice con entrambi i governi in formazione allargata, non solo per rinsaldare i rapporti economici, ma anche per ribadire la presenza dell’Italia come garante nei negoziati di pace, come più volte sollecitato da Kiev.
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