Quale cognome per i figli? Ecco come funziona nel resto d’Europa
Con la sentenza di oggi, 27 aprile, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime, oltre che discriminatorie e lesive dell’identità del figlio, le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai bambini. Dopo decenni di sentenze, richiami dalle istituzioni europee e disegni di leggi mai discussi o approvati, la sentenza di oggi stabilisce una volta per tutte che ai figli deve essere attribuito il cognome di entrambi i genitori, salvo che si si stabilisca di comune accordo di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In Italia ci sono voluti 40 anni, ma a che punto sono nel resto d’Europa?
In Portogallo fino a quattro cognomi
L’Italia, finora, ha rappresentato un caso piuttosto isolato. Infatti, in quasi tutti i Paesi europei esistono delle leggi che, seppur diverse tra loro, sono ispirate al principio secondo il quale si è liberi di attribuire ai propri figli il cognome paterno, materno o quello di entrambi i genitori. In Francia e in Belgio, ad esempio, in mancanza di un accordo tra i genitori, si assegnano entrambi i cognomi in ordine alfabetico, mentre in Lussemburgo si sceglie con un sorteggio. In Portogallo i genitori sono liberi di scegliere quale e quanti cognomi mettere, fino a un massimo di quattro. In Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Austria il cognome della madre viene attribuito automaticamente dall’anagrafe, a meno che si dia indicazione della propria scelta.
Il caso del Regno Unito
Nei Paesi Bassi si attribuisce di comune accordo uno dei due cognomi. In Germania, Svizzera, Grecia, Ungheria, Romania e Croazia viene assegnato ai figli il cognome scelto dai genitori per tutta la famiglia. Tuttavia, nel caso in cui i due coniugi abbiano mantenuto i rispettivi cognomi, si può scegliere liberamente quale dei due attribuire. Nel Regno Unito, invece, i genitori possono attribuire addirittura un cognome diverso dai propri. La Spagna, come la maggior parte dei Paesi dell’America latina, rappresenta un’eccezione opposta: c’è la regola del «doppio cognome», per cui è obbligatorio che i figli portino i cognomi di entrami i genitori, che possono solo deciderne l’ordine.