Gas russo, stop alle forniture per Polonia e Bulgaria. Metsola: «Embargo immediato». Verso un vertice Ue straordinario
La sospensione delle forniture di gas da parte di Gazprom a Polonia e Bulgaria – che si sono rifiutate di pagare in rubli – preoccupa tutta l’Unione europea. Essendo Polonia e Bulgaria degli Stati di transito del gas verso Paesi terzi, Gazprom li ha avvertiti che, in caso di prelievo non autorizzato di gas russo destinato a Paesi terzi, le forniture di transito verranno ridotte di un ammontare analogo. La Polonia ha parlato di una «violazione del contratto», mentre il premier Mateusz Morawiecki l’ha definito «un ricatto che affronteremo con la pistola puntata alla testa, senza che i polacchi se ne accorgano». Il loro Paese ha gas sufficiente per almeno un mese e mezzo. Ad alzare i toni poco prima era stato il presidente della Duma Vyacheslav Volodin secondo cui, come scrive la Tass, bisognerebbe sospendere subito il gas ai Paesi ritenuti ostili. Intanto, stando a fonti di Gazprom, quattro acquirenti europei avrebbero pagato in rubli il gas. Risulta impossibile verificare la notizia in maniera indipendente. In dieci, tra l’altro, avrebbero aperto conti preso Gazprombank, necessari per assecondare la richiesta di Mosca di pagare in valuta locale. Lo riporta Bloomberg.
La situazione in Ue
In Italia, così come in Austria o in Germania, al momento i flussi di gas sembrano essere regolari (e si continuerà a pagare in euro). Mentre i timori di un altro stop al gas, almeno fino a fine maggio, si allentano, Berlino esprime grande preoccupazione: la Germania, infatti, dipende dal gas russo per una quota del 35 per cento (prima era del 40). Se Putin chiudesse i “rubinetti” del gas anche alla Germania, che pagherà in euro e non in rubli, la situazione potrebbe diventare ancora più difficile. Gli approvvigionamenti estivi al momento sono garantiti. «Se qualcuno rifiuta di pagare con il nuovo sistema, sarà attuato il decreto del presidente russo», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo quanto riferisce l’Interfax. Una dichiarazione che suona come una minaccia per gli altri Paesi che non pagheranno il gas in rubli. La sospensione delle forniture di gas russo, dunque, deve intendersi come una risposta «ad atti ostili contro la Russia», ha aggiunto il portavoce di Putin.
Metsola: «L’Ue non si faccia ricattare da Putin»
«L’Unione europea non sarà ricattata, non abbiamo paura di Putin. Polonia, Bulgaria e gli altri Stati presi di mira troveranno il nostro sostegno. Il Parlamento europeo chiede l’immediato embargo paneuropeo sulle forniture energetiche controllate dal Cremlino. È ora di tagliare le nostre dipendenze dagli autocrati una volta per tutte», ha scritto su Twitter la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
April 27, 2022
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è già intervenuta stamattina 27 aprile per mettere le cose in chiaro: «Questo è un altro tentativo di ricattarci con il gas. Siamo preparati a questo scenario, stiamo tracciando la nostra risposta coordinata, unita e immediata dell’Ue. Siamo anche uniti e solidali con gli Stati membri colpiti». E proprio in queste ore a Bruxelles sono in corso «contatti a molti livelli» per decidere come agire. La questione «è una priorità per noi sia a livello della presidente della Commissione europea che ad altri livelli», ha fatto sapere una portavoce Ue, aggiungendo che in giornata saranno diffuse altre comunicazioni. «Polonia e Bulgaria ci hanno aggiornato della situazione, entrambe stanno ricevendo gas dai loro vicini europei», ha precisato poi Ursula von der Leyen. «Questo dimostra prima di tutto la solidarietà tra gli Stati membri e l’efficacia degli investimenti passati, ad esempio negli interconnettori e in altre infrastrutture del gas», ha aggiunto. «Pagare il gas in rubli, se non è previsto nel contratto, è una violazione delle nostre sanzioni», ha concluso la presidente della Commissione europea.
Foto in copertina di repertorio: EPA/JULIEN WARNAND
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