Ucraina, Germania e Regno Unito mandano armi pesanti a Kiev. Il Cremlino: «Mettono in pericolo tutta Europa»
L’invio di armi a Kiev da Paesi terzi sta alimentando le tensioni tra la Russia e il blocco atlantico. Nelle ultime ore il Regno Unito e la Germania si sono mosse per mandare nuovi rifornimenti all’Ucraina, e Mosca ha colto l’occasione per tornare ad attaccare l’Occidente. Il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov, citato dalla Tass, ha ricalcato la retorica di Vladimir Putin, secondo cui ogni «intromissione» alimenta i rischi di una reazione «rapida e decisa» della Russia. «L’invio di armi in Ucraina e in altri Paesi», ha detto oggi Peskov, «rappresenta una minaccia per la sicurezza stessa dell’Europa». Proprio ieri, 27 aprile, il presidente russo aveva detto ai parlamentari di San Pietroburgo di essere pronto a mettere in campo «armi mai viste prima» se l’Occidente «non la smette di interferire in Ucraina».
L’interventismo di Londra
In mattinata, Londra ha annunciato di star mandando all’Ucraina missili a lungo raggio “Brismostone” e di aver pianificato l’invio di specifiche batterie anti nave. Ieri il Regno Unito ha anche dichiarato di non escludere la possibilità di inviare jet ai Paesi alleati dell’est Europa per permettere loro di mandare a Kiev alcuni dei propri caccia d’epoca sovietica, che l’esercito ucraino sarebbe già in grado di pilotare. Una proposta simile era già stata avanzata riguardo ai tank, dopo che il governo britannico aveva proposto un possibile accordo con la Polonia. Il ministro della Difesa Ben Wallace e la ministra degli Esteri Liz Truss hanno insistito sull’obiettivo di costringere la Russia a lasciare «tutta l’Ucraina», inclusi Donbass e Crimea, e di impedirle di «prendere il controllo il Mar Nero».
Le tensioni crescenti con Mosca
L’atteggiamento convintamente interventista di Boris Johnson sta alimentando le tensioni tra Londra e Mosca. Il viceministro della Difesa, James Heappey, ha detto ieri che l’uso da parte dell’esercito ucraino delle loro armi per attaccare il territorio russo è «interamente legittimo», provocando la reazione immediata del Cremlino. La Russia, di tutta risposta, ha dichiarato che se il governo britannico considera «legittimo» l’uso da parte dell’Ucraina di armi ricevute dall’Occidente anche «colpire il suolo russo», allora sarebbe legittimo anche per Mosca attaccare altri Paesi Nato.
La svolta della Germania
Anche la Germania di Olaf Scholz – che a differenza di Johnson ha sempre accettato con riserva l’invio di armi per ragioni storiche – ha approvato un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev. Come gli Usa e il Regno Unito, anche la Germania ha aperto alla possibilità di addestrare i soldati ucraini sul suolo tedesco. Dopo settimane di pressioni, culminate nel vertice straordinario di 40 Paesi a Ramstein, il Bundestag ha trovato ieri un accordo per la consegna di carri armati antiaerei “Gepard” all’Ucraina. Il governo Scholz si era finora sempre rifiutato di spedire armi pesanti direttamente in Ucraina, e l’accordo in Parlamento rappresenta un altro punto di svolta storico nella politica militare tedesca. Quando a gennaio la Russia aveva già ammassato più di 100.000 soldati intorno all’Ucraina, la Germania aveva ribadito che non avrebbe inviato armi a Kiev ma solo 5 mila elmetti. Con lo scoppiare della guerra e con la chiusura dei canali diplomatici tra Mosca e l’Occidente, la Germania ha dovuto accettare – su pressione di Nato e Ue – di cambiare radicalmente atteggiamento. All’indomani del 24 febbraio, la Germania ha alzato la sua spesa militare e ha dichiarato che avrebbe fornito all’Ucraina 1.000 armi anticarro, 500 missili Stinger, 2.700 missili Strela, munizioni, mitragliatrici, granate e mine.
Immagine di copertina: EPA/ROMAN PILIPEY
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