La foto di un paziente dello Utah usata dai No vax, senza contesto
Circola la foto di uno strano tessuto che sarebbe stato rimosso “oggi” (inteso in data 23 aprile 2022) dal polmone di un paziente in una terapia intensiva nello Utah, negli Stati Uniti. La narrazione è quella di un paziente di 32 anni vaccinato contro la Covid-19. In realtà, la foto è stata pubblicata diversi giorni prima via Twitter con tutt’altra storia.
Per chi ha fretta
- La foto di un tessuto estratto da un paziente in ospedale viene usato per sostenere che il problema riscontrato sia dovuto ai vaccini anti Covid.
- Il testo che circola in italiano è la traduzione di un post Telegram della presunta Dr. Jane Ruby (che non è affatto un medico).
- La foto originale è stata pubblicata da un medico e professore associato presso l’Università dello Utah.
- Il vero medico non fa alcun riferimento ai vaccini.
Analisi
Ecco uno dei post di esempio:
Eccone un altro, dove l’autore sostiene di essere in comunicazione con «diversi infermieri dell’istituto»:
ATTENZIONE GRAFICA E SENSIBILE
Secondo quanto riferito, è stato rimosso oggi dal polmone di un paziente in una terapia intensiva nello Utah. Presentato con mancanza di respiro. Il paziente è un uomo di 32 anni senza condizioni di salute pregresse. È ancora vivo, attualmente intubato, in terapia intensiva e sedato.
La famiglia ha dichiarato di aver ricevuto il “siero miracoloso”.
Attualmente sto comunicando con diversi infermieri di questo istituto che stanno ricevendo informazioni di follow-up per me.
Il testo in inglese
Il post è in realtà la traduzione del testo diffuso negli ambienti No vax e QAnon americani: «Graphic. Reportedly removed today from the lung of a patient in an ICU in Utah. Presented with shortness of breath. The patient is a 32 year old male with no existing health conditions. He is still alive, currently intubated, in the ICU, and sedated. Family stated he has received the “vaccine”».
Il testo completo in inglese viene attribuito a una tale “Dr Jane Ruby” e al post sul suo canale Telegram del 23 aprile 2022 (dove sostiene di essere in contatto con gli infermieri per ottenere informazioni):
Reportedly removed today from the lung of a patient in an ICU in Utah. Presented with shortness of breath. The patient is a 32 year old male with no existing health conditions. He is still alive, currently intubated, in the ICU, and sedated. Family stated that he has received the “vaccine”.
I am currently communicating with several nurses from this institution who are getting follow up information for me.
La donna in questione è nota negli ambienti No vax, le sue bufale sono state trattate dai colleghi di Reuters, Healthfeedback e di Factcheck. Come verificato dai colleghi, la signora non è nemmeno un medico, essendo laureata in pedagogia, e sostiene di non aver mai affermato di esserlo. Eppure si presenta in maniera diversa, con tanto di stetoscopio:
La foto originale
La foto circola dal 14 aprile 2022, pubblicata dall’account Twitter @phlegmfighter senza far riferimento a un paziente vaccinato e di 32 anni. L’utente in questione è il Dott. Scott K. Aberegg, professore associato presso l’Università dello Utah. Lo stesso spiega già nel suo tweet di cosa si tratta: un caso di “bronchite plastica” (“Plastic bronchitis”), una condizione respiratoria in cui si accumulano dei materiali nelle vie aeree.
In uno scambio di tweet insieme a un suo collega, il Dott. Aberegg risponde alla domanda «What’s the etiology?» («Qual è l’eziologia?») con un chiaro «Pneumonia», ossia polmonite.
La bronchite plastica
Riportiamo la descrizione dal sito Simri (Società italiana per le malattie respiratorie infantili):
La bronchite plastica è una rara complicanza di diverse patologie respiratorie e della chirurgia delle cardiopatie congenite, in particolare la procedura di Fontan. Si caratterizza per la presenza di stampi bronchiali di consistenza gommosa che si formano acutamente e possono causare episodi di distress respiratorio a rischio di vita. Il trattamento della bronchite plastica non è ben definito. La nebulizzazione intermittente dell’attivatore tissutale del plasminogeno potrebbe rappresentare un passo in avanti nel prevenire il deterioramento dei sintomi respiratori. Studi collaborativi si rendono necessari per definire il corretto approccio terapeutico di questa rara condizione.
Conclusioni
La foto ritrae un caso di bronchite plastica che, seguendo le discussioni del medico che l’ha pubblicata, viene collegata a una polmonite. L’autore della pubblicazione non fa alcun riferimento ai vaccini.
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