Biden chiede un «contributo europeo» per la guerra in Ucraina: 3 miliardi di dollari dall’Italia?
L’Italia potrebbe dover contribuire con 3 miliardi di dollari ai fondi per la guerra in Ucraina. Lo scrive oggi il Corriere della Sera in un articolo a firma di Giuseppe Sarcina, che racconta dello stanziamento-monstre da 33 miliardi di dollari degli Stati Uniti chiesto da Joe Biden al Congresso. «È fondamentale che la mia richiesta di finanziamento venga approvata il prima possibile», ha scritto ieri il presidente su Twitter. L’alternativa, ha aggiunto, è tra sostenere il popolo ucraino mentre difende il suo Paese o «restare a guardare mentre i russi continuano le loro atrocità e aggressioni».
Soldi per Kiev
Per questo, mentre il Pentagono ha ridotto a soli tre giorni il tempo di consegna delle armi a Kiev, il presidente e il segretario di Stato Antony Blinken hanno cominciato a chiedere agli alleati come Regno Unito, Francia, Germania e Italia di fare la loro parte. Come? Mettendo a disposizione di Kiev una somma “proporzionale” a quella americana. Ovvero in rapporto al prodotto interno lordo di ciascun paese. In questa ottica, spiega il quotidiano, il conto per l’Italia dovrebbe ammontare a 3 miliardi di dollari. Una cifra che sembra molto difficile da sostenere dal punto di vista economico e da quello politico, viste le divisioni che cominciano a emergere nella coalizione che sostiene il governo Draghi.
C’è però da contare che l’Europa si prepara a varare l’embargo per il petrolio russo. E questo potrebbe essere considerato già di per sé uno sforzo importante nel contributo alla guerra. Il tema del «contributo europeo», conclude il quotidiano, sarà al centro del summit tra Biden e Draghi in programma il 10 maggio a Washington. La richiesta di fondi agli europei fa parte del cambio di marcia dell’Occidente nel sostegno all’Ucraina. Annunciato lunedì dal segretario alla Difesa Lloyd Austin: «Noi vogliamo vedere la Russia indebolita a un livello tale che non possa più fare cose come l’invasione in Ucraina. Mosca ha già perso molte delle sue capacità militari e molte truppe, per essere franchi, e noi non vorremmo che possa ricostruire rapidamente tali capacità».
La seconda fase della guerra
Una situazione definita da Florent Parmentier, esperto di relazioni internazionali all’Università Sciences-Po di Parigi, come una “seconda fase” della guerra. «C’è stata una prima fase in cui ci siamo semplicemente interrogati sulla capacità degli ucraini di resistere alla Russia… (ora) si parla sempre più di incoraggiare l’Ucraina sulla strada della vittoria», ha aggiunto. Mentre il New York Times ha scritto ieri che con lo straordinario incremento dei fondi per gli aiuti militari a Kiev, gli Usa si trovano a spendere per la l’Ucraina più di quanto abbiano fatto per finanziare la loro guerra in Afghanistan.
Leggi anche:
- Armi dall’Italia all’Ucraina, Guerini spinge sui nuovi aiuti: anche carri armati e mitragliatrici pesanti. Le ipotesi nelle mani del generale Figliuolo
- Le armi italiane date all’Ucraina: «Sono vecchie e difficili da usare»
- Ucraina, il contingente italiano è già ai confini della Nato: «Solo pochi addestrati alla guerra, per gli altri ci vorrà più di un anno»
- L’Italia garante della sicurezza dell’Ucraina: cosa sappiamo del piano di Kiev per blindare la pace
- Armi dall’Italia all’Ucraina, Guerini: «Massima riservatezza: non finiranno nelle mani di mercenari» – Il video