L’ex Oms Zambon assunto dalla Ulss di Treviso: si dimise dopo la denuncia sul piano anti Covid “sparito”
Nuovo lavoro per Francesco Zambon, l’esperto che si era dovuto dovuto dimettere dall’ufficio Oms di Venezia dopo le polemiche e l’indagine scoppiate per la sua denuncia sull’inadeguatezza del piano pandemico italiano. Zambon è tornato al suo lavoro di medico, con un nuovo incarico nell’Azienda sanitaria Ulss n.2 di Treviso. Affiancherà il direttore sanitario, Stefano Formentini, nella gestione del piano pandemico 2021-2023. Ad annunciarlo è stato il direttore generale dell’Ulss, Francesco Benazzi: «Il dottor Zambon sarà sempre utilizzato a livello di direzione per una serie di progettualità che andremo a svolgere nel tempo, a cominciare dall’educazione alla salute». Di origine trevigiana, Zambon aveva iniziato nel 2008 a lavorare per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a Mosca e poi a Venezia, dove era coordinatore della risposta Covid, fino alle sue dimissioni nel marzo 2021. Nel febbraio 2020 Zambon ebbe l’incarico di coordinare le informazioni dall’Italia sul Covid-19, per provare a capire cosa stesse accadendo nel nostro Paese.
Il rapporto che l’Oms tentò di nascondere
Il rapporto che realizzò venne approvato dai vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità, ma due giorni dopo venne ritirato per «inesattezze». Il motivo principale, che si seppe solo dopo, fu una scoperta piuttosto scomoda che il dottor Zambon aveva fatto: il piano pandemico italiano non veniva aggiornato dal 2006. Nel 2017 era stato soltanto confermato con un semplice copia e incolla. Il rapporto del medico aveva quindi evidenziato la lacuna e ritenuto del tutto inadeguato a fronteggiare l’ondata del nuovo virus. L’accusa era anche che l’assenza di un piano aggiornato era senza dubbio uno dei fattori che stavano contribuendo alla situazione drammatica nella gestione delle prime fasi di pandemia.
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