Cingolani a Politico: «Bene pagare temporaneamente in rubli il gas russo». Poi il ministro frena
«Sarebbe bene, almeno per qualche mese, lasciare che le compagnie paghino [il gas] in rubli, mentre cerchiamo di capire il quadro legale e le implicazioni». Questo è quanto il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani avrebbe detto in un intervista a Politico, come dichiarato dalla testata giornalistica stessa in un articolo. Il Ministro avrebbe anche richiesto: «Un rapido e chiaro pronunciamento da parte della Commissione Europea» che confermi che le compagnie possono pagare in valuta russa come preteso dal Cremlino. Cingolani avrebbe aggiunto: «Ritengo che le compagnie petrolifere e del gas non possano rischiare di pagare in rubli e poi essere accusate di aver violato le sanzioni, ma allo stesso tempo non possono rischiare… di non pagare in rubli». Le dichiarazioni sarebbero state rilasciate a Bruxelles prima della discussione tra i ministri dei paesi UE proprio sulla gestione della crisi energetica.
La smentita del Mite
Il Mite però si è affrettato a smentire con una nota l’articolo di Politico, giudicato «fuorviante». Secondo il ministero, le parole di Cingolani sarebbero state travisate, poiché il Ministro «non ha mai aperto a un pagamento in rubli». Tuttavia, nella nota si legge anche: «In attesa che si definisca unitariamente, a livello di Ue, la posizione sui pagamenti, lo schema euro/rubli che prevede che le imprese paghino in euro (che poi verrebbero convertiti in rubli da Gazprombank ndr), al momento non lascia ravvisare una violazione delle sanzioni stabilite il 24 febbraio».
L’ultimatum del Cremlino sul gas in rubli
Il presidente russo Vladimir Putin aveva intimato lo scorso 31 marzo che solo i clienti che pagheranno il gas in rubli riceveranno gli approvvigionamenti, e Polonia e Bulgaria, che si sono rifiutate di farlo hanno visto la sospensione delle forniture. Nei giorni scorsi, Gazprom, la compagnia di idrocarburi di Mosca, aveva suggerito ai paesi UE un sistema per aggirare le sanzioni: aprire due conti correnti presso Gazprombank in maniera da pagare in euro e poi convertire il pagamento in valuta russa. C’erano state indiscrezioni poi smentite che anche Eni fosse intenzionata a adottare il sistema. Ma l’Ue aveva fatto sapere che così facendo le sanzioni verrebbero violate poiché l’intera operazione di trasferimento e conversione sarebbe in mano alla Russia, e porterebbe rubli alla Banca Centrale Russa, che è esattamente una delle cose che le sanzioni cercano di impedire.
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