Affido condiviso, Pillon ci riprova: «La figura paterna è sempre sotto accusa o ridicolizzata»
Simone Pillon si scaglia contro l’affido condiviso che, secondo il senatore leghista, penalizzerebbe la figura paterna, «oggi più che mai sotto accusa o accantonata, ridicolizzata, dimenticata», ha scritto in un post su Facebook. «Ecco perché è indispensabile garantire ai bambini tempi adeguati di relazione soprattutto col papà, che è quasi sempre costretto a tempi di minimali coi figli in caso di separazione». Come ha già anticipato sul suo profilo social, oggi 4 maggio, Pillon presenterà quindi in Commissione Giustizia una proposta di legge che riformi l’affido condiviso, introducendo tempi paritetici con obbligo di collocazione del minore presso entrambi i genitori e il mantenimento diretto con l’abolizione dell’assegno per il figlio. «Molto abbiamo già ottenuto con la riforma Cartabia, ma restano ancora delle cose da raggiungere. E visto che con questo Parlamento è politicamente impossibile una grande riforma organica, ho deciso di proporre piccole modifiche chirurgiche al codice civile, tali da aprire la strada a un’autentica bigenitorialità», ha scritto il senatore leghista.
I precedenti
Già nel 2018, Pillon aveva proposto una riforma (non approvata) dell’affido condiviso, che aveva ricevuto molte critiche da parte dei partiti d’opposizione, delle associazioni e dell’Ordine nazionale degli psicologi, che avevano rilevato come la riforma non tenesse conto né della difficile situazione di molte madri separate, né dell’interesse dei figli. «Una proposta punitiva e retrograda nei confronti delle donne e che tratta i minori come pacchi postali», aveva commentato il segretario del PD Maurizio Martina all’epoca. La proposta aveva impensierito anche l’Onu, che aveva espresso preoccupazione per la tutela di donne e bambini, oltre che per l’incompatibilità con la Convenzione di Istanbul. Pillon ha poi concluso il suo post così: «Proviamo a offrire una prospettiva nuova, senza pretendere tutto subito, sapendo che la riforma è già realtà in quasi tutti i Paesi occidentali e che arriverà anche nel nostro Paese. Non molliamo!».
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