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Così l’intelligence Usa ha aiutato l’Ucraina ad affondare l’incrociatore russo Moskva

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Gli Stati Uniti hanno fornito informazioni sulla posizione della nave poi colpita e affondata da due missili Neptune. La storia dei 12 generali russi uccisi con l'aiuto di Washington smentita dalla Casa Bianca

L’intelligence degli Stati Uniti ha aiutato l’esercito ucraino ad affondare l’incrociatore Moskva. Mentre la condivisione di informazioni ha permesso a Kiev anche di localizzare e uccidere circa 12 generali russi sul campo di battaglia. Mentre la guerra in Ucraina arriva al suo 72esimo giorno, dalla Cnn e dal New York Times arrivano una serie di dettagli sulle azioni al fronte. Che coinvolgono sempre di più Washington nel conflitto. Secondo il racconto del media statunitense, dopo aver avvistato una nave da guerra russa nel Mar Nero Kiev ha chiamato i suoi contatti americani per confermare che si trattasse della Moskva. Gli Stati Uniti hanno confermato l’identità dell’incrociatore e hanno fornito informazioni sulla sua posizione. Non è chiaro se gli Usa sapessero che l’Ucraina avrebbe attaccato e non sapevano nulla della decisione, sottolineano le stesse fonti.

Il mistero della nave affondata

Su cosa sia accaduto successivamente all’intervento degli Stati Uniti il 14 aprile scorso è ancora mistero. Di certo c’è che l’incrociatore lanciamissili russo Moskva, entrato in servizio nel 1983 e costruito a Mykolaiv in Ucraina, è affondato. Ufficialmente, secondo la Russia, perché «ha perso stabilità mentre veniva rimorchiato durante una tempesta». Secondo Mosca il bilancio finale è di un morto e 27 dispersi. L’Ucraina ha fatto sapere che l’incrociatore aveva a bordo due testate nucleari, ma per ora i livelli di radioattività nel luogo dell’affondamento sono rimasti sulla soglia della normalità. L’incrociatore Moskva era un gigante da 12.500 tonnellate e 750 milioni di dollari e rappresentava un pezzo importante della credibilità delle forze armate di Vladimir Putin

Secondo il Comando operativo meridionale ucraino due missili “Sea Neptune”, che hanno una gittata di circa 300 km, hanno colpito la nave. Prima, secondo alcune ipotesi circolate sulla stampa, gli ucraini lo avrebbero sorvolato con alcuni droni di fabbricazione turca per “distrarre” i marinai a bordo e far scattare invano le difese di cui la nave era dotata. La tesi del bombardamento, ma senza l’intervento dei droni, l’hanno sostenuta anche alcuni alti ufficiali dell’esercito. Nbc News scrive che alcuni funzionari americani hanno espresso preoccupazione per la possibile reazione di Putin e la risposta dello Zar. Mosca ha mostrato immagini dell’equipaggio del Moskva e dell’incontro con i vertici della Marina per fugare le voci sulle morti tra l’equipaggio. Mentre una nave somigliante al Moskva è comparsa nel francobollo ucraino che celebra l’impresa dei soldati sull’Isola dei Serpenti.

I 12 generali russi uccisi

La storia fa il paio con quella dei 12 generali russi uccisi dagli ucraini con l’aiuto dell’intelligence Usa di cui ha parlato ieri il New York Times. Nell’occasione Washington ha assicurato a Kiev dati relativi ai previsti movimenti di truppe russe oltre alla localizzazione e a dettagli sulle basi militari mobili. Kiev ha usato queste informazioni combinandole con la propria intelligence per condurre attacchi di artiglieria ed altri assalti che hanno portato all’uccisione degli ufficiali russi. Stando al New York Times, l’Ucraina rivendica l’uccisione di 12 generali russi sul campo di battaglia. Le fonti citate dal giornale non hanno fornito dettagli sul numero preciso di generali russi uccisi con il contributo dei dati di intelligence forniti da Washington. Ieri però il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha accusato il New York Times di irresponsabilità per aver pubblicato l’articolo.

«Gli Stati Uniti forniscono informazioni sul campo per aiutare gli ucraini a difendere il loro Paese», ha dichiarato la portavoce del Consiglio, Adrienne Watson, ai media americani. «Non forniamo informazioni di intelligence con l’obiettivo di uccidere generali russi», ha sottolineato. Secondo gli esperti militari americani però i generali russi hanno usato spesso telefoni e radio non sicuri. Mostrando «scarsa disciplina, carenza di esperienza, arroganza e sottovalutazione delle capacità dei nemici». A rendere più vulnerabili i più alti ufficiali russi anche la catena di comando fortemente centralizzata. Che li ha costretti a viaggi pericolosi al fronte per risolvere problemi operativi o logistici. Con il rischio di essere colpiti non solo dall’artiglieria ma anche da droni kamikaze made in Usa forniti a Kiev, come gli Switchblade e i Phoenix Ghost.

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