Il sindaco di Rieti contro i sospetti da Fratelli d’Italia: «Boia chi molla? Ma quale fascismo: è un invito ai giovani a non mollare» – Il video
In quel «Boia chi molla» non c’era nessuna nostalgia per il fascismo, spiega il sindaco uscente di Rieti, Antonio Cicchetti, che sul Messaggero prova a difendersi dopo il polverone sollevato ieri dopo un appuntamento elettorale con il candidato sindaco rietino di Fratelli d’Italia. 70 anni, con un passato nel Fronte della Gioventù e poi nel Movimento sociale, Cicchetti è un militante di Forza Italia. Dettaglio che ha alimentato non pochi sospetti, soprattutto tra le fila di Fratelli d’Italia, che quella sua uscita fosse un modo per danneggiare il partito di Giorgia Meloni. Proprio ora che FdI guida i sondaggi e cerca di accreditarsi come forza di governo, quel «Boia chi molla» è apparso com uno schiaffo a ogni tentativo di tagliare i ponti con un certo passato: «Nessuna nostalgia – dice Cicchetti – ma quale fascismo. Citavo i giovani di Reggio Calabria degli anni 70…». Il «grido di battaglia» che accompagnò le proteste reggine secondo Cicchetti è stato solo un modo politicamente scorretto per fare un invito «a non mollare in campagna elettorale, un insegnamento ai giovani, a non sentirsi sicuri della vittoria. Nulla più». C’è anche chi sospetta che quello di Cicchetti fosse un tentativo di affossare il candidato meloniano, dopo la mancata conferma per sé: «Daniele Sinibaldi l’ho scelto io come mio successore – rivendica Cicchetti – non è stato fatto alcun calcolo per danneggiarlo. E che nessuno provi a dire il contrario».