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Che fine ha fatto il generale Gerasimov? Il braccio destro di Putin assente anche alla parata del 9 maggio

09 Maggio 2022 - 15:09 Redazione
Il generale più alto in grado, impegnato sul fronte da fine aprile, sarebbe rimasto ferito lievemente a Izjum durante una spedizione

Fa discutere l’assenza del generale Valery Gerasimov, capo delle Forze armate russe e braccio destro di Vladimir Putin, alle celebrazioni del 9 maggio nella Piazza Rossa di Mosca. Le sue condizioni di salute non sono ancora state svelate, da quando il primo maggio l’ex ministro degli Interni Arsen Avakov – citato da Bellingcat – aveva dichiarato sul suo profilo Facebook che Gerasimov era rimasto ferito alla gamba destra durante un attacco ucraino al centro di comando russo di Izjum. La Russia non ha mai smentito la notizia, né ha fornito ulteriori dettagli. Prima che venisse coinvolto della spedizione nel Donbass, di Gerasimov – teorico della dottrina di guerra non-convenzionale che prende il suo nome – si erano già perse le tracce: i giornalisti avevano riferito di non averlo più visto in pubblico dall’11 marzo scorso, data dell’incontro con la sua controparte turca Yasar Güler. A marzo, suo nipote Vitalij Gerasimov, a capo del 41esima armata dell’esercito russo, era stato ucciso durante dei combattimenti vicino a Charkiv. La notizia della morte del nipote era stata confermata sempre da Bellingcat, che aveva citato un’intercettazione telefonica e fonti russe.

La spedizione nel fronte del Donbass

Gerasimov era stato inviato a fine aprile nella base della città occupata dai russi, allo scopo di sovrintendere personalmente alla seconda fase della guerra, quella concentrata sull’assalto nel Donbass. Il 2 maggio, il Pentagono aveva confermato la visita del generale al campo, non fornendo però certezze sulle voci di un suo ferimento per mano delle forze di Kiev. «Ciò che sappiamo è che è stato per diversi giorni nel Donbass la settimana scorsa», aveva detto un ufficiale ai giornalisti. «Crediamo che sia tornato in Russia». La stessa intelligence ucraina aveva ammesso sia l’attacco che la presenza del generale nel campo – inusuale per un militare del suo livello – precisando però di non aver colpito Gerasimov, il quale, a detta loro, era riuscito a far ritorno in patria. Secondo quanto aveva riportato il New York Times, Kiev non aveva saputo per tempo del suo arrivo. Nell’attacco sarebbero morti comunque 200 militari russi, tra cui il maggiore generale Andrey Simonov.

L’attentato che ha coinvolto Gerasimov, comunque, non sarebbe stato compiuto in collaborazione con l’intelligence americana. Nell’articolo del New York Times che svela come gli Stati Uniti abbiano aiutato Kiev a individuare target russi da colpire, i giornalisti Julian E. Barnes, Helene Cooper e Eric Schmitt hanno precisato che, secondo diversi funzionari statunitensi, l’attacco a Izjum non era stato indirizzato dagli Usa.

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