Ndrangheta, ecco la prima ‘ndrina made in Rome: «Siamo una carovana per fare una guerra»
Non una semplice succursale della casa madre calabrese ma, per la prima volta, una vera e propria ‘ndrina romana, riconosciuta dalla Calabria ma con la possibilità di operare autonomamente nello stendere la propria rete fatta di gestione di locali, riciclaggio, traffici illeciti, in particolare stupefacenti. I 43 soggetti colpiti oggi da un’ordinanza di custodia cautelare su richiesta dei procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò della procura di Roma, erano guidati da Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo, entrambi appartenenti a storiche famiglie di ‘ndrangheta originarie di Cosoleto, in provincia di Reggio Calabria. A Roma, però, erano riusciti a ottenere l’autorizzazione a operare autonomamente: «Siamo una propaggine di quelli di sotto», si vantavano. Assieme a Carzo e Alvaro c’erano non solo manovali del crimine, ma pure professionisti, gestori di imprese, in particolare un commercialista ed un impiegato di banca accusati, come si legge nell’ordinanza di «aver messo a disposizione della ndrina le loro relazioni».
I settori di investimento andavano dalla ristorazione allo smaltimento di rifiuti come oli esausti e pellame, dal mercato ittico alla panificazione, con particolare interesse per tutte le attività al dettaglio in cui è più facile usare i contanti e riciclare denaro proveniente da attività illecite. In totale sono state sequestrate al momento 24 attività, molte delle quali nel quadrante nord della Capitale, zona Primavalle. Il salto di qualità che avrebbe permesso di rendersi autonomi sarebbe avvenuto nel 2015, quando Carzo avrebbe ottenuto dalla «Provincia» (l’organismo apicale paragonabile alla cupola mafiosa) l’ok a costituire una ‘ndrina autonoma. Poi, l’organizzazione sarebbe cresciuta abbastanza velocemente, tanto che, in una recente intercettazione, Vincenzo Alvaro avrebbe detto trionfante: «Siamo una carovana per fare una guerra». Mentre Roma eseguiva l’ordinanza di custodia cautelare per la ‘ndrina capitolina, a Cosoleto è stato arrestato il sindaco, Antonino Gioffré, nel corso di un’operazione contro gli Alvaro di Sinopoli.
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