Droni, blindati e non solo: ecco le nuove armi che l’Italia invierà all’Ucraina
Seicento soldati italiani in Ungheria e Bulgaria al confine con l’Ucraina. E armi tecnologiche come gli antidroni Guardian, i disturbatori di radar e i sistemi di difesa nei confronti di attacchi alle infrastrutture. Questi gli aiuti dell’Italia a Kiev secondo la “delibera missione” che il consiglio dei ministri approverà nei prossimi giorni per inviarla poi al Parlamento per la ratifica. Un aiuto in linea con quanto chiesto dagli americani mentre la Russia non sembra dare segnali della ricerca di una soluzione diplomatica. E mentre la Nato continua ad armare Kiev e ad addestrare soldati con l’obiettivo di una vittoria sul campo.
Le due missioni italiane
Prima di tutto i soldati. Il Corriere della Sera scrive oggi che 250 saranno inviati in Bulgaria e 350 in Romania. Anche in questi due paesi, così come già avvenuto per i militari partiti poco dopo l’inizio della guerra, andranno appartenenti ai nuclei speciali come lagunari, paracadutisti, alpini, incursori del Comsubin. La missione italiana in ambito Nato, come ha annunciato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini in Parlamento, sarà estesa a breve anche a Bulgaria e Ungheria per «rafforzare la postura di deterrenza e rassicurazione». Poi ci sono le armi. Il governo ha intenzione di inviarne altre senza un nuovo voto in parlamento, visto che la copertura legislativa è già attiva con il decreto approvato il primo marzo.
Le indiscrezioni dicono che arriveranno mortai, lanciatori Stinger, mitragliatrici Browning, lanciatori e colpi anticarro, razioni K, radio, elmetti e giubbotti. Ma anche armamenti più pesanti come quelli mandati due settimane fa. Le richieste dell’Ucraina si concentrano su intercettatori di droni e disturbatori di radar. Ma servono anche intercettatori di comunicazioni e di frequenze per bloccare le intrusioni. Si è parlato, scrive l’agenzia di stampa Ansa, anche dei semoventi d’artiglieria M109. Non escluso che ci siano anche i blindati leggeri Lince.
Le armi della Nato a Kiev
Intanto la lista completa degli equipaggiamenti Nato inviati all’Ucraina permette di comprendere lo sforzo per il sostegno a Kiev. Diecimila missili anti-carro di ultima generazione, duemila Stinger contraerei e carri armati T-72, cannoni semoventi, lanciarazzi multipli. Repubblica racconta oggi che altre armi sono state acquistate sui mercati internazionali e poi trasferite con voli cargo. I più efficaci sono i droni Bayraktar venduti dalla Turchia. Che avrebbero avuto un ruolo anche nell’affondamento del Moskva, secondo alcune ricostruzioni. Poi l’artiglieria in calibro 155 millimetri, i cui primi pezzi sono già in servizio nel Donbass, accompagnati da radar speciali che individuano le postazioni degli obici russi.
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