Violentata dal compagno, ma per i giudici di Varese «non è un caso di gravità estrema». E le tolgono le agevolazioni
Una giudice relatrice della commissione tributaria provinciale di Varese ha definito un fatto «non così grave» le violenze fisiche, psicologiche e sessuali subite da una donna. E alla fine alla vittima non è stato concesso di mantenere le agevolazioni fiscali nella vendita della casa che abitava con un uomo. Che secondo il giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio la vessava: «La donna era considerata dall’uomo “la sua schiava sessuale”, era costretta a subire rapporti sessuali anche nei mesi di gravidanza, veniva presa a calci e costretta a dormire sul divano se non soddisfaceva i suoi desideri sessuali».
Nell’ordinanza, scrive oggi Il Messaggero, si racconta che lei si è anche trovata fuori di casa con il bambino in braccio. Nel 2017 lui è finito in una struttura psichiatrica e si è poi tolto la vita. Per lei invece la vicenda ha avuto un seguito davanti alla commissione tributaria di Varese. Alla quale la donna si era rivolta perché lo Stato rivoleva indietro i soldi delle agevolazioni fiscali sull’acquisto della prima casa, visto che la donna aveva deciso di rivenderla prima dei cinque anni che di regola vanno attesi.
«La casa è stata rivenduta dopo le terribili vicende che sono state oggetto di uno specifico procedimento penale – spiegano gli avvocati Filippo Caruso e Giorgio Prandelli, che difendono la mamma trentaseienne -. La legge che vieta la cessione prima dei cinque anni prevede la deroga in caso di fatti gravi e imprevedibili, come ci sembra possa essere una vicenda terribile come una prolungata violenza sessuale e psicologica. Eppure, abbiamo scoperto che per i tre giudici della commissione tributaria di Varese un dramma come quello ben descritto dai carabinieri e dal Gip si possano considerare fatti non di estrema gravità».
La frase esatta, riferita alle violenze sessuali, è la seguente: «Non è un caso di gravità estrema, assolutamente fuori da ogni possibile previsione, eccezionale ed inevitabile». La decisione è stata pubblicata il 6 maggio.
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