Assedio alla Azovstal, evacuati tutti i civili. Il battaglione Azov al contrattacco: «Servono medicine e armi. Non sappiamo perché non ce le mandino» – Il video
Non ci sono più civili nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dopo che nei giorni scorsi sia Kiev che Mosca avevano confermato la conclusione delle evacuazioni organizzate da agenzie dell’Onu e dalla Croce Rossa con estrema difficoltà e incertezza. Dubbi innanzitutto relativi a quante persone fossero ancora bloccate nello stabilimento, come sostenevano i vertici del battaglione Azov che ipotizzano ancora un centinaio di persone rimaste nell’impianto. Oggi 12 maggio invece è dallo stesso battaglione Azov che arriva la conferma delle delle evacuazioni. È stato il capitano Svyatoslav Palamar, vicecomandante del reggimento, a chiarire alla Cnn che nel perimetro dell’acciaieria non ci sono più «civili di cui eravamo a conoscenza», tra cui «civili che erano con noi, di cui ci prendevamo cura». Palamar però dice di non poter confermare se nella vasta area su cui insiste l’intero impianto possano esserci ancora civili, rimasti nascosti in altri punti: «Magari c’è qualcun altro più giù – ha detto Palamar – perché nessuna organizzazione internazionale è mai riuscita a entrare e valutare la situazione».
L’assedio dell’esercito russo
L’esercito russo da diverse ore sta stringendo le maglie dell’assedio all’Acciaieria, con il blocco di ogni via d’uscita dei sotterranei finora scoperta. Secondo il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andriushchenko, citato da Ukinform: «L’obiettivo principale dell’esercito russo è bloccare le uscite dei passaggi sotterranei, che sono stati indicati al nemico da un traditore. Tuttavia – ha aggiunto Andriushchenko – i difensori di Mariupol stanno facendo tentativi di contrattacco, rischiando tutto».
«Servono medicinali e armi»
Il vice comandante Palamar ha rinnovato la richiesta di fasciature, medicinali e antidolorifici e ha ribadito la necessità di far evacuare i feriti dall’acciaieria di Azovstal. L’ha riferito in un’intervista a Rai News 24. Sollecitato sulla possibilità che le truppe ucraine si arrendano ha risposto: «Noi resisteremo quanto servirà. Abbiamo l’ordine di mantenere le difese e in quanto militari dobbiamo rispettare gli ordini». Sul fronte delle armi che arrivano dai Paesi esteri ha commentato dicendo: «Non so come sia possibile che non vengano mandate. La scelta è politica». Nel frattempo, nell’impianto continuano gli attacchi sia aerei che con carri armati. «Di fatto siamo circondati dal 1 marzo, perdiamo e riconquistiamo posizioni», ha dichiarato il vice comandante.
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