Dopo il Canada anche negli Usa trovate 53 fosse comuni nei collegi per i nativi americani
Negli Stati Uniti sono stati trovati 53 luoghi di sepoltura in altrettante strutture una volta adibite a collegi per la (ri)educazione dei bambini nativi americani. La scoperta fa parte dei risultati preliminari di una lunga indagine avviata lo scorso anno grazie all’azione della segretaria dell’Interno Deb Haaland, prima donna nativa americana nella storia del governo statunitense. «Le politiche federali che hanno tentato di spazzare via l’identità, la lingua e la cultura dei nativi continuano a manifestarsi nel dolore che le comunità tribali devono affrontare oggi – ha detto in lacrime Haaland durante la conferenza stampa di ieri, 11 maggio – Dobbiamo far luce sui traumi non detti del passato».
L’indagine
I ricercatori, che hanno esaminato migliaia di documenti governativi e raccolto le testimonianze dei nativi americani, hanno ricostruito nel dettaglio una storia che risale almeno al 1801, quando furono aperte le prime scuole di questo tipo che, fino al 1849, erano sotto la diretta responsabilità del dipartimento della Guerra degli Stati Uniti. Nei collegi, descritti come somiglianti alle accademie militari, i bambini venivano portati con la forza, spesso affamando i genitori per costringerli a cedere i loro figli, e sottoposti ad abusi e vessazioni al fine di convincerli ad abbandonare la loro cultura. Finora le indagini hanno accertato l’esistenza di 408 scuole finanziate dallo Stato dal 1819 al 1969, a cui vanno aggiunte altre 89 scuole che non ricevevano fondi pubblici. La metà di queste era gestita o sostenuta dalla Chiesa.
Come sottolinea il report, «il sistematico abuso fisico, sessuale ed emotivo» verificatosi all’interno delle scuole è ben documentato, come è provata la morte di più di 500 bambini durante la permanenza nelle strutture scolastiche. Ma gli investigatori si aspettano di scoprirne molti di più, nell’ordine di decine di migliaia. Infatti, i primi risultati dell’indagine non hanno che scalfito la superficie della documentazione da esaminare. Il dipartimento degli Interni ha individuato più di 98 milioni di pagine attinenti all’indagine all’interno dell’American indian records repository, senza contare le decine di milioni di documenti dislocati in altri archivi regionali. I prossimi obiettivi saranno stimare il numero di bambini che hanno frequentato le scuole, trovare ulteriori luoghi di sepoltura e identificare quanti fondi federali sono stati destinati alle chiese che hanno preso parte al sistema scolastico.
La difficoltà a fare i conti con il passato
Le condizioni negli ex collegi per i nativi americani hanno attirato l’attenzione globale lo scorso anno, quando i leader tribali canadesi hanno annunciato la scoperta di numerose fosse comuni nel Paese. Il governo canadese si è subito adoperato per condurre un’indagine completa sulle scuole tramite una «Commissione per la verità e la riconciliazione». Cosa che non è successa negli Stati Uniti, le cui istituzioni non hanno mai approfondito la questione: il governo non hai mai stilato, finora, un resoconto di quanti bambini abbiano frequentato gli istituti, quanti siano morti o scomparsi e nemmeno di quante scuole esistessero. Nel 2020 Deb Haaland aveva proposto una legge che istituisse una «Commissione per la verità e la guarigione» che indagasse sugli ex collegi, ma il disegno di legge è ancora in sospeso.
Foto copertina: Wikipedia | I bambini che frequentavano la Carlisle Indian Industrial School, in Pennsylvania, nel 1900.
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