Caso Petrocelli, nella nuova commissione Esteri ci sarà anche la capogruppo m5s Castellone. Grillini a lavoro per confermare la presidenza
Dopo il caso Petrocelli e le discussioni che sono seguite per la candidatura, informale, del vicecapogruppo Gianluca Ferrara, poi tramontata, i Cinque stelle al Senato giocano il tutto per tutto per mantenere la presidenza della commissione Esteri del Senato, fondamentale tanto più in una fase delicata come quella dell’invasione dell’Ucraina. I nomi indicati questa mattina 13 maggio come nuovi commissari, infatti, includono l’attuale capogruppo Mariolina Castellone (oltre allo stesso Ferrara, Simona Nocerino, Paola Taverna ed Ettore Licheri). Una decisione su cui la consultazione potrebbe essere stata lunga, visto che la deadline scadeva alle 13 di oggi. Castellone potrebbe ambire a guidare la commissione o presentarsi come figura di garanzia per il gruppo, particolarmente diviso, come del resto il Movimento stesso, quando si parla di Esteri. Secondo alcuni rumors del Senato di questa mattina, la commissione – che dovrebbe riunirsi martedì – si starebbe orientando sull’eleggere una donna, tanto più che le commissioni permanenti al femminile sono pochissime. Di certo i Cinque stelle lavoreranno anche nei prossimi giorni per confermare la guida della Esteri. Nomi forti potrebbero essere anche quelli di Simona Nocerino o di Ettore Licheri, considerato particolarmente vicino al leader Giuseppe Conte.
Di certo il clima all’interno della maggioranza è già parecchio teso, tanto che per martedì oltre alla riunione della commissione Esteri è previsto un vero e proprio vertice di maggioranza. Dopo le critiche del capogruppo di Italia Viva, Davide Faraone, nell’intervista rilasciata a Open ieri (in cui accusava i grillini di dare per scontata la nomina di un nuovo presidente del loro gruppo), la capogruppo m5s Castellone replica: “Il collega Davide Faraone ieri affermava, in riferimento alla nostra riunione di gruppo, che il Movimento 5 Stelle si sarebbe riunito per scegliere il presidente della commissione Esteri. Qualcuno gli ricordi che ogni gruppo puo’ al massimo esprimere un candidato, visto che la scelta del presidente si vota in commissione. Del resto se Italia Viva conoscesse il regolamento del Senato non avrebbe chiesto lo spostamento di un presidente di commissione”.
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