Eurovision, Damiano dei Maneskin arriva in stampella: «Direi di nuovo “Fuck Putin”: è un tiranno, la sua è una guerra ingiustificabile» – Il video
«Putin è un dittatore moderno, è un tiranno, e quel “Fuck Putin” (urlato sul palco del Coachella Festival, ndr) lo ridirei per tutti i giorni della mia vita. Mi ha sconcertato che ci sia stata una reazione così forte: (la guerra della Russia contro l’Ucraina, ndr) è un argomento sul quale non esiste grigio: è una guerra ingiustificata e ingiustificabile». Damiano David, frontman e voce dei Maneskin, ha le idee più che chiare sulla guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina e non ha nessuna intenzione di rimangiarsele. E anzi, in un’intervista ad Andrea Laffranchi del Corriere della Sera, “tira le orecchie” ai propri colleghi artisti: «Li invito a farsi sentire: abbiamo un grande potere e, come dicono i supereroi, da quello viene anche una grande responsabilità. Dobbiamo far sentire la nostra voce soprattutto a un pubblico giovane che deve farsi un’idea. Bisogna prendere posizione e non restare neutrali per paura di perdere il pubblico: lo trovo paraculo».
E domani, 14 maggio, i Maneskin saliranno sul palco per la finalissima dell’Eurovision 2022, dopo aver vinto la kermesse l’anno scorso grazie alla loro Zitti e buoni, inaugurando una lunga serie di successi che li ha portati a collaborare con leggende del rock, come Iggy Pop, e ad aprire il concerto dei Rolling Stones a Las Vegas. La band romana negli ultimi mesi è però tornata nei luoghi delle origini, dove tutto è iniziato. Prima ha suonato come ospite all’ultima edizione del Festival di Sanremo, e ora si esibirà anche all’ultima serata dell’Eurovision, dove presenterà per la prima volta dal vivo l’ultimo singolo, Supermodel. Ma quel “Fuck Putin” non verrà ripetuto sul palco del PalaIsozaki di Torino. Non solo per questioni di regolamento, che vietano di portare sul palco dell’Eurofestival simboli e altri elementi politici. Ma soprattutto perché, spiega ancora Damiano, che oggi è apparso davanti ai fan appoggiato a una stampella, a causa di una slogatura alla caviglia legata alle recenti riprese del video a Londra, «la band ucraina (la Kalush Orchestra, ndr) è più autorevole di noi, e ci sembra rispettoso lasciare spazio a loro che hanno un’esperienza diretta della guerra».
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