Eurovision, 30 ore di viaggio da Melbourne a Torino per tifare Australia: «A casa per vedere lo show mi svegliavo all’alba»
Tass Sgardelis ha 30 anni ed è un insegnante di fisica. C’è anche lui nella folla di persone che si stringe per entrare in uno dei bus che dal centro di Torino portano al Pala Alpitour, dove in questi giorni si stanno tenendo i Live Show dell’Eurovision Song Contest. È da solo e al collo ha una sciarpa con scritto Australia piena di spille. Tass è uno dei pochi coraggiosi fan che hanno attraversato un paio di continenti per venire dall’altra parte del mondo a tifare per Sheldon Riley. Dopo una buona performance nella seconda semifinale, Sheldon Riley è riuscito anche ad assicurarsi un posto per l’ultima serata dello show. «Il mio viaggio è durato 30 ore», spiega Tass. «Sono partito da Melbourne, sono passato da Doha, poi Roma e alla fine Torino. Sì, è stato un viaggio lungo ma ne è valsa la pena».
Tass è partito da solo ma qui a Torino aveva appuntamento con alcuni dei membri del fanclub che da anni segue l’evento, nonostante il fuso orario non esattamente confortevole: «Qui ci sono altri 30 membri del fanclub ufficiale. Il nostro programma è semplice: seguiamo tutti i Live Show e partecipiamo a tutti gli eventi e tutti gli after party. Se rimane tempo poi guarderemo un po’ la città. Essere qui è incredibile, per vedere gli show in diretta ero abituato a svegliarmi alle 5 di mattina». In Australia l’Eurovision è seguito da parecchi fan, anche se non tutti sono accaniti come Tass: «Molte delle persone che vivono in Australia hanno origini europee. La mia famiglia ad esempio è greca. Siamo molto legati alla cultura europea. E da quando i nostri cantanti partecipano allo show tutto è diventato ancora più interessante».
La stramba storia dell’Australia all’Eurovision
Nel 2013 durante il primo Live Show dell’Eurovision Song Contest di Malmö, in Svezia, è andato in onda un cortometraggio che durava meno di due minuti. Il titolo era Greetings from Australia, a guidarlo c’era la voce della conduttrice Julia Zemiro e questa è stata la prima comparsa dell’Australia all’Eurovision. Nonostante svariati tentativi di ricerca, non sembra esserci un motivo razionale per cui un Paese che si trova esattamente dall’altra parte del mondo debba partecipare a una kermesse musicale che chiarisce in maniera piuttosto chiara la sua appartenenza alla cultura europea. La delegazione australiana si è infiltrata un passo alla volta. Prima un cortometraggio per spiegare quanto è forte la cultura dell’Eurovision nel Paese, poi la possibilità di trasmettere l’evento in diretta e con un commento dedicato e alla fine il primo invito ufficiale, nel 2015.
Da questo anno l’Australia ha sempre partecipato con regolarità all’evento più importante per la musica pop in Europa. Al momento c’è solo una limitazione. Secondo il regolamento ufficiale, l’Eurovision viene ospitato dal Paese che ha vinto l’ultima edizione. Nel caso dell’Australia sarebbe impensabile spostare tutta la carovana di delegazioni e giornalisti che segue questo evento ogni anno. Per questo se dovesse vincere, l’Australia dovrà scegliere un Paese europeo in cui tenere il festival. Fino a questo momento il suo miglior piazzamento è stato nel 2016, quando è riuscita a conquistare il secondo posto.
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