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Lauro meritava la finale, Konstrakta funziona, Il Volo è “italian sounding”. Il Top&Flop della seconda serata dell’Eurovision

13 Maggio 2022 - 07:38 Redazione
La prima semifinale era andata meglio in termini di qualità delle canzoni e performance. Ma qualcosa che vale la pena rivedere c'è

La scaletta della finale è pronta. La 66° edizione dell’Eurovision Song Contest si avvia verso la finale dopo aver scremato tutte le canzoni che non hanno convinto pubblico e giurie. Una cernita dopo cui questo Eurovision si scopre meno italiano. Fuori Achille Lauro, che partecipava con i colori di San Marino. La delegazione del piccolo Stato enclave del territorio italiano era arrivata carichissima: bandiere di ogni ordine e foggia e un secchio di spille da regalare alla sala stampa. Una promozione che non è bastata per arrivare alla finale, così come non è bastata una buona performance con fiamme, tori meccanici e bacio al chitarrista Boss Doms. Fuori anche Emma Muscat, ex concorrente di Amici di Maria De Filippi che gareggiava per Malta. Nel suo caso però lo stupore per il risultato è più contenuto.

Dentro alla rosa dei vincitori c’è la Svezia, data tra le favorite per la vittoria finale. Sia chiaro. I bookmaker puntano ancora sulla Kalush Orchestra dell’Ucraina, a cui viene assegnata una percentuale bulgara di vittoria al 57 per cento. Eppure il podio è cambiato rispetto ai primi giorni del festival. Blanco e Mahmood sono precipitati dal secondo al quarto posto mentre Sam Ryder del Regno Unito è arrivato al secondo posto, seguito da Cornelia Jakobs della Svezia. Ryder fa parte dei Big Five, i Paesi che accedono direttamente alla finale senza passare dalle selezioni e quindi non si è ancora esibito. Jakobs invece è salita sul palco questa sera: in effetti la sua canzone merita parecchio. 

Top – Achille Lauro

Chiariamoci. La scelta di emigrare a San Marino per staccare un biglietto d’ingresso all’Eurovision non ci ha fatto impazzire. Però dopo tutto quello che ha portato a Sanremo in questi anni, sarebbe poco riconoscente accanirsi contro Achille Lauro. La sua performance funziona, sicuramente una delle migliori della serata. La canzone suona di già sentito ma è stata interpretata e arrangiata bene. Dispiace vederlo fuori dalla finale.

Top – Konstrakta 

In piena pandemia sarebbe stata perfetta come testimonial per spiegare i metodi migliori per avere mani completamente prive di germi. Testo in parte in latino, l’esibizione della serba Konstrakta si stacca dal piattume di questa seconda semifinale. Gli occhi sbarrati e quel battito di mani così facile da seguire funzionano. Non sappiamo se riuscirà a reggere il passaggio in radio: senza performance la canzone rischia di perdere parecchia magia.

Top – Cornelia Jakobs

La sua è l’unica ballad che promuoviamo. Il brano si lascia ascoltare ed è anche ben cantato. Cornelia Jakobs accede facilmente alla finale per giocarsi almeno il podio. Nella tamarraggine delle coreografie e degli outfit della serata Jakobs si presenta scalza, da sola e con dietro solo un cerchio luminoso. Lo apprezziamo. Alla fine scappano un po’ di fuochi d’artificio. Siamo comunque all’Eurovision

Flop – The Rasmus

Carino il crossover tra Greta Thunberg e il clown di IT. Se l’obiettivo dei The Rasmus era quello di rovinarci il sonno, hanno fatto un ottimo lavoro. Il cantante Lauri Ylönen ha cominciato la performance con un palloncino in mano, un impermeabile giallo e lo sguardo di chi la mattina dalla provincia lombarda sale sul passante diretto a Milano in ritardo di 35 minuti. Canzone banalotta. Meglio riascoltarsi In the shadows del 2003.

Flop – Il Volo

Li aspettavamo al varco. Il Volo si presenta sul palco dell’Eurovision in versione ridotta, uno dei tre cantanti è risultato positivo al Covid e quindi la sua parte di canzone è stata proiettata sugli schermi mentre gli altri due cantavano sul palco. Come canzone hanno scelto di portare il loro classicone Grande Amore, per la maggior parte nella versione in inglese. Il risultato? Un bell’italian sounding. Un prodotto che potrebbe scambiare per italiano solo un abitante dell’Alaska abituato a vivere in un rifugio costruito in un bosco in cui si relaziona solo con degli operatori di DMAX. Saremo blasfemi: preferiamo divorarci un piatto di fettuccini con petto di pollo e salsa Alfredo invece di ascoltarci ancora una volta questo melodramma.

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