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Rai, conduttrice del Tg1 denuncia 5 dirigenti: «Messa in stanza per punizione con un collega con flatulenza»

13 Maggio 2022 - 13:39 Michela Morsa
dania mondini
dania mondini
I fatti risalgono al 2018. Tra gli indagati l'allora direttore del Tg1 Andrea Montanari e il vicedirettore ancora in carica Filippo Gaudenzi

Cinque dirigenti della Rai sono indagati per stalking. A denunciarli alla procura di Roma la conduttrice del Tg1 Dania Mondini, che li accusa di aver subito ritorsioni e demansionamenti in seguito al suo rifiuto di trasferirsi in una stanza con un collega con problemi di flatulenza ed eruttazioni, già quella considerata una sorta di «punizione». I cinque giornalisti coinvolti, all’epoca dei fatti in posizioni di vertice all’interno del telegiornale di Raiuno, sono Filippo Gaudenzi (ancora vicedirettore del Tg1), Andrea Montanari (direttore del telegiornale all’epoca e attuale direttore di Rai Radio 3), Marco Betello, Piero Felice Damosso e Costana Crescimbeni.  

La vicenda

I fatti risalgono al 2018. Mondini, secondo la ricostruzione della cronista, ha delle frizioni con i colleghi dirigenti, che per «ridimensionarla» decidono di metterla in stanza con un collega che non riesce a trattenere peti e rutti. Mondini non ci sta, oppone un rifiuto «motivato all’ordine di servizio» e non si trasferisce nel nuovo ufficio assegnatole. Da lì, parte una serie di altre presunte ritorsioni, dall’affidamento di servizi brevi e banali a violente aggressioni verbali a causa di piccoli errori durante la conduzione del telegiornale, sostiene Mondini. E la giornalista decide di denunciare, consegnando alla procura alcuni referti medici che proverebbero lo stress patito a causa della persecuzione subita. In un primo momento la procura, ascoltati alla sbarra dei testimoni sei giornalisti del Tg1, di cui cinque negano la versione della vittima, archivia il caso per stalking derubricandolo a episodio di mobbing, materia di competenza del tribunale civile. Ma la procura generale decide di intercedere: il pg Marcello Monteleone prende in mano l’inchiesta, togliendola al pm. L’indagine, quindi, continua.

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