Perché l’azienda di Elisabetta Franchi è stata condannata per comportamento antisindacale
Betty Blue, l’azienda di Elisabetta Franchi, è stata condannata dal tribunale del lavoro di Bologna per comportamento antisindacale. L’azienda ha imposto sanzioni ad alcune lavoratrici che avevano deciso di scioperare contro gli straordinari del sabato. Il giudice Chiara Zompi ha dato ragione alla Cgil mentre la Betty Blue si trova da mesi al centro di una vertenza sindacale. La società, che ha chiuso il 2021 con ricavi superiori ai 120 milioni di euro e vuole arrivare in Borsa, ha imposto alle lavoratrici della fabbrica di Granarolo l’allungamento oltre l’orario standard per soddisfare un picco di ordini. A quel punto alcune di loro hanno scioperato.
Gli straordinari alla Betty Blue
Come racconta oggi il Corriere della Sera, l’azienda ha prima inviato a chi aveva scioperato un provvedimento disciplinare. Poi lo ha ritirato cancellando le sanzioni. Il sindacato aveva proclamato lo stato di agitazione e il blocco degli straordinari. L’azienda aveva risposto così: «Durante il periodo di chiusura obbligatoria ci avete contestato l’applicazione della cassa integrazione e ora che i dipendenti hanno la possibilità di ricevere uno stipendio più elevato ci contestano anche questo aspetto». A quel punto è arrivata la proclamazione dello sciopero. Una mossa che l’azienda aveva bollato come «una grave lesione dell’esercizio dell’attività di impresa oltre che come un ingiustificato e pretestuoso accanimento nei confronti del brand».
Gli avvocati Bruno Laudi e Clelia Alleri hanno presentato il ricorso. Sugli straordinari nel settore del commercio la legge garantisce all’azienda la possibilità di aumentare l’orario di lavoro, mentre i sindacati possono verificarne il ricorso. La giudice ha stabilito che in ogni caso i lavoratori in sciopero non possono essere discriminati. Elisabetta Franchi era finita nei guai dopo un suo intervento durante un evento organizzato da Il Foglio e da Pwc in cui sosteneva di assumere donne solo oltre i 40 anni «perché così hanno fatto già figli o si sono separate».
Dopo le critiche ricevute anche dalla ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti, Franchi aveva pubblicato un comunicato di precisazioni: «Solitamente si arriva ad un ruolo dirigenziale, che è diverso da quello manageriale, dopo anni di esperienza sul campo e spesso coincide con gli anta ma questo vale anche per gli uomini».
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