Ucraina, i timori dell’Italia per la crisi del grano: il governo stanzia 2 milioni di euro per aiutare Kiev
Il “granaio d’Europa” produce ma non esporta. Rimane concreto il rischio di una crisi alimentare causata dal blocco dei porti ucraini sul Mar Nero, nello specifico quello di Odessa, presidiati dalle navi russe. Prima della guerra, l’Ucraina vendeva all’estero circa 5 milioni di tonnellate di cereali al mese, quantità che ad aprile è calata ad appena un milione, mettendo in difficoltà i Paesi che dipendono da queste esportazioni. Tra gli Stati che più stanno soffrendo per i mancati approvvigionamenti di grano ucraino ci sono l’Egitto, il Libano, la Libia, la Somalia e l’Indonesia. Attualmente, ci sono circa 25 milioni di tonnellate di grano ferme nei silos ucraini, pronte a essere esportate.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato: «Il blocco delle esportazioni di grano dall’Ucraina rischia di provocare una crisi alimentare, che a sua volta può produrre instabilità politica, ma soprattutto provocare una crisi umanitaria di proporzioni straordinarie». È per questo che «l’Italia intende continuare a essere in prima linea per costruire un futuro di pace e di prosperità in tutta la regione mediterranea. Intendiamo investire da subito nella sicurezza alimentare, insieme al resto dell’Unione Europea, per rafforzare e rendere più integrate le catene di approvvigionamento».
Nel concreto, questo impegno si traduce, come annunciato dal Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, in un contributo di 5 milioni di euro che il Ministero verserà alla Fao. Di questi, 3 milioni verranno destinati alla ripresa dei sistemi agricoli e alimentari messi in difficoltà dalla pandemia, mentre 2 milioni all’aiuto del settore agricolo in Ucraina.
Baerbock: «La Russia ha intenzionalmente scatenato una guerra del grano»
Particolarmente dure le dichiarazioni della Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock che accusa direttamente Mosca: «La Russia ha intenzionalmente scatenato una guerra del grano, le consegne non sono possibili e i prezzi stanno salendo, con il rischio di carestia, non sono danni collaterali, è un strategia intenzionale». Baerbock ha aggiunto che questa sarebbe una strategia del Cremlino per ridurre la cooperazione internazionale. Mercoledì, Draghi aveva dichiarato che la risoluzione della crisi potrebbe essere un primo punto per aprire un dialogo con la Russia sul futuro della guerra. D’altro canto, Mosca dice che è Kiev a bloccare il grano nei porti.
Il piano dell’Ue
Per scongiurare la crisi l’Unione Europea ha messo a punto un piano che dovrebbe consentire di trasportare il grano fuori dall’Ucraina in circa tre mesi. Nel piano si legge di una maggior integrazione dell’infrastruttura dei trasporti ucraina con quella dell’Unione, aiuti da autotrasportatori privati, e della creazione di nuove rotte marittime.
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