In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
CULTURA & SPETTACOLOBlancoEurovision Song ContestLaura PausiniMahmoodMusicaPiemonteRaiTorinoTv

Solo applausi per Blanco e Mahmood, Pausini incanta, ma le giurie che gara hanno visto? Il Top&Flop della finale di Eurovision

15 Maggio 2022 - 08:00 Redazione
Se la classifica di questo Eurovision si fosse fermata ai voti della giuria, avrebbe dovuto vincere il Regno Unito. E abbiamo detto tutto

L’ultima serata dell’Eurovision Song Contest si sta avviando verso la conclusione. Manca poco al conteggio dei voti, al calo di pressione di Laura Pausini e all’incoronazione dei Kalush Orchestra come vincitori di questa edizione. Sul palco sale una donna. Vestito scuro, trucco semplice, capelli sciolti. Giusto un po’ mossi. Comincia a cantare. Il pubblico riconosce le parole di Non ho l’età e inizia ad accompagnarla. Lei rimane ferma. È la voce a muoversi al suo posto. L’esibizione di Gigliola Cinquetti è passata sotto silenzio rispetto a tutto quello che abbiamo visto in questi giorni. Eppure è lì, elegante e sicura, a ricordarci che questo festival non è un prodotto della nostra epoca ma un’eredità che viene tramandata da lontano.

Gigliola Cinquetti è nata nel 1947 ed è stata la prima italiana a vincere un Eurovision. È successo nel 1964, quando di anni ne aveva appena 16. E non solo. Nel 1991 lo ha anche presentato a Roma, insieme a Toto Cutugno. Cinquetti rappresenta una storia che l’Italia ha definitivamente ricucito con questo Eurovision, dopo anni in cui aveva prima snobbato e poi abbandonato la competizione. L’Eurovision ha dimostrato che può entrare nel palinsesto degli eventi più seguiti nella nostra televisione. Certo, forse sono lontani i tempi in cui potrebbe contendere il primato al Festival di Sanremo ma lo show funziona e il pubblico sembra gradire. Forse l’Eurovision sta cambiando, o forse sono i nostri gusti ad essersi trasformati.

Top – Laura Pausini

Funziona benissimo. Nessun imbarazzo, buona capacità di improvvisazione e soprattutto il valore aggiunto: quando Laura Pausini si esibisce rende chiaro perché i biglietti per i suoi concerti spariscano come i parcheggi a Milano dopo le 19. La finale dell’Eurovision è cominciata come un medley delle sue canzoni, una delle migliori esibizioni di tutta la serata. Qualche intoppo solo nel momento in cui doveva spiegare la tipica gestualità italiana. Ma quella è stata colpa degli autori. Per favore, basta con questo gesto del tulipano. Aiutiamoci a uscire dai nostri stereotipi.

Top – Blanco e Mahmood

Lo sappiamo, lo sappiamo. Non è una valutazione obiettiva perché comunque sono arrivati sesti e perché (lo diciamo a malincuore) la performance aveva qualche piccolo difetto. Soprattutto per la coreografia. Ma, prima di tutto, non abbiamo mai detto di essere obiettivi  in questo spazio, e poi non possiamo fare altro che ringraziare Blanco e Mahmood per tutto quello che ci hanno regalato in questi giorni, dalla mash up con la Kalush Orchestra al giro in monopattino fino al concerto improvvisato in piazza Vittorio. A presto.

Top – Kalush Orchestra

Le critiche sono state tanto immediate quanto prevedibili. Appena le quote dei Kalush Orchestra sono cominciate a salire, qualche utente Twitter particolarmente inacidito ha iniziato a far notare con cadenza quasi oraria che il motivo del successo riguardava solo la guerra in Ucraina e non la bellezza della canzone. Stefania non era la miglior canzone in gara ma i Kalush Orchestra hanno scelto di partire da un luogo di guerra, lasciare a casa famiglie e fidanzate, nuotare in mare di critiche e giudizi. E tutto per sventolare la bandiera ucraina nell’evento con più visibilità d’Europa. In queste settimane abbiamo imparato che quella mediatica è una guerra: i Kalush Orchestra hanno vinto la loro battaglia. Ci vediamo l’anno prossimo a Mariupol.

Flop – Il voto delle giurie 

Se il vincitore dell’Eurovision fosse stato assegnato solo con il voto delle giurie nazionali la classifica sarebbe stata la seguente: primo il Regno Unito, seconda Svezia, terza Spagna. Si salvi la Svezia, Cornelia Jakobs è stata ottima. Ma perché tutta questa attenzione per un surfista rimasto impigliato in dei residui di carta stagnola? Per non parlare della Spagna. L’ennesima canzone dai ritmi latini pronta a confondersi con mille altre nelle playlist delle peggiori discoteche sulle spiagge. Sospettiamo che la scelta di Laura Pausini di allontanarsi dallo spoglio non fosse dovuta a un calo di pressione.

Flop – WRS

Siamo sinceri. Guardare l’Euorvision vuol dire anche prendersi un po’ di dose di trash. Ma con la Romania siamo andati oltre. La canzone, i vestiti, il balletto. La musica vagamente spagnoleggiante. Dai Wrs (complimenti per il nome oltretutto), non ci credi nemmeno tu.

Leggi anche:

Articoli di CULTURA & SPETTACOLO più letti