«L’Ue è con voi»: da von der Leyen a Michel, le reazioni dei leader europei alla vittoria dei Kalush Orchestra
La 66° edizione dell’Eurovision Song Contest di Torino ha visto il trionfo della Kalush Orchestra. La band che rappresenta l’Ucraina ha portato a casa la vittoria con il brano Stefania, raccogliendo i complimenti di diversi leader europei, a cominciare da Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea ha mandato anche un chiaro messaggio politico: «Congratulazioni #KalushOrchestra e Ucraina per la vittoria #Eurovision. Stanotte la vostra canzone ha conquistato il nostro cuore. Celebriamo la vostra vittoria in tutto il mondo. L’Ue è con voi», ha scritto su Twitter.
May 14, 2022
Le ha fatto eco il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che in un tweet scritto in ucraino oltre a congratularsi con i vincitori si è augurato che il prossimo anno la kermesse possa, come da tradizione, essere ospitata nel Paese d’appartenenza dei primi classificati: «A Kiev, in un’Ucraina libera e unita». Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito, ha voluto unirsi al coro delle congratulazioni, aggiungendo anche i suoi complimenti al rappresentante del suo Paese, Sam Ryder, che ha ottenuto il secondo posto: «Congratulazioni all’Ucraina per aver vinto l’Eurovision Song Contest 2022. È un chiaro riflesso non solo del talento, ma anche del sostegno incrollabile alla lotta per la libertà. Incredibilmente orgoglioso di Sam Ryder e di come ha brillantemente rappresentato il Regno Unito stasera», ha scritto sul suo profilo.
May 14, 2022
Sall’Italia, il Paese che ha vinto l’edizione 2021 grazie al brano dei Maneskin, sono arrivate le congratulazioni di Giuseppe Conte, che si è complimentato con la Kalush Orchestra via Twitter. Prima dell’annuncio della vittoria, il presidente ucraino Zelensky aveva invitato un messaggio a tutta l’Europa per votare per la band ucraina. I Kalush Orchestra, dal canto loro, aveva approfittato dell’attenzione della comunità internazionale per lanciare un messaggio in difesa della loro nazione sotto attacco: «Per favore salvate Mariupol’, salvate l’Azovstal, ora!». Parole che avevano fatto parlare del rischio di una squalifica: il regolamento dell’Eurovision prevede che sul palco non possano essere fatti riferimenti a politica, religione o tematiche contrarie allo spirito del concorso. Il loro appello tuttavia è stato considerato «di natura umanitaria e non politica», e la band è riuscita a rimanere in gara fino a conquistare il primo posto.
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