Lotta alla omotransfobia, domani è la giornata internazionale. Ma in Italia la legge rischia il binario morto
Bocciata in autunno con uno sgambetto in aula difficile da dimenticare (soprattutto per gli applausi di chi aveva affossato la legge) la legge contro la omotransfobia è stata ripresentata tale e quale allo scadere dei sei mesi di stop previsti in seguito alla bocciatura. Ma, al di là delle speranze del suo proponente e delle promesse del Pd di Enrico Letta, il destino del ddl Zan appare praticamente segnato. A meno di colpi di scena o cambiamenti nel clima politico interno alla maggioranza, non ci sono al momento segnali che si arrivi rapidamente a discutere il testo. Secondo alcune fonti, Forza Italia – i cui voti al Senato furono decisivi per bocciare il testo approvato invece alla Camera anche da alcuni deputati berlusconiani – avrebbe fatto delle aperture. Se il testo fosse incardinato la mediazione si potrebbe trovare, avrebbero assicurato. Peccato che, come registra il calendario dei lavori parlamentari, sebbene depositato, il disegno di legge non è stato incardinato in nessuna commissione del Senato. E i rumors confermano che da qui all’estate non se ne parla. Ovviamente, niente dibattito in commissione, niente dibattito in aula e voto.
E dire che al momento della nuova presentazione, il segretario del Pd, Enrico Letta, si era sbilanciato. Il testo va approvato «entro la fine della legislatura o sarebbe una sconfitta. Il tema dei diritti è nel Dna del Pd», aveva detto. Sia lui sia il deputato Alessandro Zan avevano anche aperto alla possibilità di valutare alcune modifiche, purché non stravolgessero l’impianto. Zan è intervenuto sul tema anche oggi: «L’Italia non deve essere il fanalino di coda dell’Europa – ha detto – merita un posto d’onore tra gli Stati più avanzati. Non ci sono panda da tutelare, ma costruire una società che tuteli tutti, in cui tutti ci guadagnino. Soprattutto in questo momento in cui, con la guerra in Est Europa, i valori della libertà e della democrazia sono in pericolo». I problemi all’interno dell’ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi, però, non accennano a placarsi. E a questo punto è piuttosto probabile che per una legge che persegua specificamente i crimini di odio omotransfobici si debba aspettare una nuova legislatura.
Foto di copertina: elaborata da Vincenzo Monaco
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