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Azovstal sgomberata nella notte. Tutti i soldati si sono consegnati agli assedianti russi dopo l’ordine di Zelensky – Il video

Cinque autobus e un blindato sono arrivati a Novoazovsk, dove alcuni degli sfollati sono stati portati in barella in ospedale, L'accordo per lo scambio di prigionieri non confermato dai russi

Nella notte l’evacuazione dell’acciaieria Azovstal a Mariupol è stata completata. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha spiegato in un video che al paese «servono eroi vivi». La vice ministra della Difesa Anna Malyar ha confermato i numeri dell’evacuazione: 264 soldati sono stati portati fuori dall’acciaieria diventata un simbolo della resistenza ucraina, tra cui 53 feriti portati in una struttura medica a Novoazovsk. Gli altri 211 sono finiti a Olenivka, nel territorio controllato dalla Repubblica separatista di Donetsk. L’obiettivo di Kiev è riportarli il prima possibile in Ucraina attraverso uno scambio di prigionieri. Ma la Russia non ha confermato l’esistenza di accordi con l’Ucraina.

I bus in arrivo a Novoazovsk

La tv russa Russia Today ha mostrato un video dei 10 bus in partenza dall’acciaieria. Il comando militare ucraino ha dichiarato che la missione di difesa dell’acciaieria è finita e si è impegnato a salvare i militari ancora intrappolati al suo interno. Cinque autobus e un blindato sono arrivati a Novoazovsk, dove alcuni degli sfollati sono stati portati in barella in ospedale, secondo quanto ha riferito un testimone all’agenzia di stampa Reuters. Dal momento dell’inizio dell’Operazione Speciale di Putin in Ucraina Mariupol è diventata un simbolo della capacità di resistere all’invasione. Gli ultimi difensori di Azovstal hanno resistito per settimane in un bunker nel sottosuolo.

Le soluzioni alternative che nei giorni scorsi erano state prospettate alla fine sono cadute. Compresa quella di una nave internazionale per trasportare i combattenti fuori dall’acciaieria sotto l’egida di una forza multistato. Lo stesso Zelensky aveva parlato di «intermediari influenti» all’opera per raggiungere un accordo. Ieri Ilya Samoilenko, comandante in seconda dell’ultimo reparto dentro Azovstal, aveva detto che non si sarebbero mai arresi ai russi «perché loro vogliono ammazzarci. Tutti. Uno per uno. Abbiamo avuto casi di compagni catturati. Li hanno giustiziati, in barba alle regole di guerra». L’evacuazione segna la fine della battaglia più lunga e sanguinosa della guerra in Ucraina e una sconfitta significativa per Kiev. Mariupol è ora in rovina dopo un assedio russo che è costato la vita a migliaia di civili.

Zelensky e Azovstal

Il New York Times scrive che non è possibile stimare quanti soldati siano rimasti all’interno dell’impianto, che avrebbe ospitato tra le 600 e le 2000 persone secondo le stime di questi giorni. L’accordo per lo scambio di prigionieri con Mosca, secondo il quotidiano, non è stato confermato dalla Russia. L’ultimo raid russo sull’acciaieria risale al 15 maggio: nell’occasione, secondo gli ucraini, Mosca ha utilizzato bombe a grappolo. In molte occasioni i combattenti del Battaglione Azov hanno criticato il governo ucraino, accusandolo più o meno velatamente di averli mandati a morire o abbandonati al loro destino nell’acciaieria. «Lo Stato Maggiore ci farà un bel monumento», aveva detto ironicamente Samoilenko ieri.

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