Gas russo, la Commissione Ue avverte Eni: «Pagare in rubli viola le sanzioni». Timmermans come Draghi: «Meno soldi per Putin se spegniamo i condizionatori»
Ieri, 17 maggio, Eni ha annunciato l’apertura di due conti bancari, uno in euro e uno in rubli, presso la Gazprom Bank, sottolineando come la decisione fosse il giusto compromesso per adempiere agli obblighi contrattuali per le forniture di gas senza violare le sanzioni internazionali nei confronti della Russia. Oggi, il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, rispondendo a una domanda sulla modalità adottata dal gruppo italiano, torna a ribadire che «pagare in rubli significa violare le sanzioni. Ed è una violazione anche dei contratti stipulati che prevedono in quale valuta pagare. I contratti indicano euro o dollari, mai rubli».
Continua dunque a non essere chiara la posizione della Commissione nei confronti dell’escamotage annunciato da Eni, che comunque continuerà a versare i suoi pagamenti in euro, poi convertibili in rubli da un operatore terzo. Sul tema è intervenuto anche Paolo Gentiloni, commissario Ue per l’Economia, che ha ribadito come i pagamenti in valuta europea non vìolino i contratti: «Sappiamo che la quasi totalità dei contratti delle compagnie europee sono denominati in euro o dollari – ha detto l’ex premier italiano – I pagamenti delle compagnie europee avvengono secondo questi contratti e avvengono in euro e in dollari e questo non costituisce una violazione delle sanzioni».
La stretta sui condizionatori
Timmermans è poi tornato sulle parole di Mario Draghi in merito alla temperatura dei condizionatori in vista di un risparmio energetico funzionale alla pace: «Il primo ministro ha dato un’idea al Paese, ma lascerei la questione a discrezione delle aziende e dei singoli cittadini – ha detto – Voglio solo informare che, abbassando un po’ la temperatura del riscaldamento in inverno e non attivando troppo presto l’aria condizionata in estate, si tolgono soldi dalle tasche di Putin. Sarà comunque sempre una scelta libera e individuale dei nostri cittadini, che non può essere imposta come regola».
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