Sanzioni, abbiamo un problema: per il Financial Times l’Italia sta aumentando le importazioni di petrolio da Mosca
L’import italiano di petrolio dalla Russia è quadruplicato rispetto a febbraio. A scriverlo è il Financial Times, che evidenzia come questo andamento delle importazioni sia in controtendenza rispetto agli sforzi dell’Unione europea tesi a ridurre la dipendenza energetica da Mosca. A maggio, l’Italia ha importato 450 mila barili al giorno di greggio dalla Russia, quattro volte il quantitativo di febbraio, quando è iniziata la guerra in Ucraina. Si tratta del dato più alto dal 2013. Stando al quotidiano della City, l’Italia è destinata a superare i Paesi Bassi come principale hub di importazione nell’Unione europea di greggio russo via mare. Circa due terzi di questo flusso arrivano nel porto di Augusta, in Sicilia, situato vicino alla raffineria Isab, di proprietà della società russa Lukoil.
Nonostante Lukoil non sia colpita da sanzioni, il flusso di finanziamenti dagli istituti di credito dell’Ue s’è fermato, spingendo la raffineria – che tratta fino al 22% del greggio in Italia – a fare totale affidamento sulle risorse in arrivo da Mosca. «Prima delle sanzioni solo il 30% del greggio dell’Isab era russo, ora lo è il 100% perché le banche italiane hanno bloccato le linee di credito della raffineria e Lukoil è diventata l’unico fornitore», spiega Alessandro Tripoli, segretario generale del sindacato Femca Cisl per Siracusa e Ragusa. Secondo il Financial Times, il flusso di greggio russo è aumentato anche nel porto di Trieste, collegato a due raffinerie in Germania partecipate dalla russa Rosneft.
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