Di Maio: «Con le sanzioni portiamo Putin al tavolo della pace con l’Ucraina»
Le sanzioni restano lo strumento più utile per portare Vladimir Putin al tavolo della pace con l’Ucraina. Insieme al tetto al prezzo del gas. Lo dice oggi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un’intervista rilasciata a La Stampa. Di Maio parla del piano italiano per la pace in quattro tappe presentato all’Onu e spiega che il primo obiettivo è «avere tregue localizzate. Poi ci sono il cessate il fuoco, il lavoro sulla neutralità e infine l’accordo di pace. Una cosa che ha detto Mario Draghi in aula, e che sottoscrivo, è che la pace non si impone. Si parte da quella che immagina l’Ucraina». Per il responsabile della Farnesina però la pace «si costruisce prima di tutto sulla base delle esigenze dell’Ucraina» e in ogni caso «serve un’iniziativa collegiale per la pace a livello internazionale» perché «non saranno azioni singole a convincere Putin a trattare». E anche se nessuno, nemmeno gli Usa, ha convenienza nell’avere una lunga guerra in Europa, l’invio di armi a Kiev non è in discussione: «Abbiamo sempre sostenuto gli ucraini nell’esercizio della loro legittima difesa, seguendo quanto dice l’articolo 51 delle Nazioni Unite. Sono il primo a dire che serve una controffensiva diplomatica, ma dobbiamo ricordare che le armi hanno permesso all’Ucraina di difendersi sul suo territorio, com’è suo diritto».
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