Antonella Viola e il vaiolo delle scimmie: «Il calo dell’immunità di gregge responsabile del virus»
In un commento pubblicato oggi su La Stampa l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, spiega che è troppo presto per parlare di pandemia a proposito del vaiolo delle scimmie. Ma fa anche sapere che il caso della comparsa del virus è una prova dell’importanza dell’immunità di gregge. «La malattia – che si presenta con febbre, mal di testa e dolori muscolari ed è tipicamente accompagnata da ingrossamento dei linfonodi. Dopo qualche giorno, da rush cutaneo che evolve nelle tipiche lesioni – si risolve nella maggior parte dei casi nel giro di 2-4 settimane. Ma può manifestarsi in forma severa e con una mortalità che in tempi recenti si è aggirata intorno al 3-6%», spiega parlando dei sintomi della malattia.
Viola spiega che il fatto che si siano ammalate persone che non hanno avuto contatti con animali potrebbe essere un indizio del cambiamento della capacità di trasmissione del virus. E questo potrebbe essere uno dei due fattori alla base della sua diffusione. L’altro è il calo dell’immunità a livello della popolazione mondiale: «Il vaccino contro il vaiolo umano, infatti, ci rendeva immuni anche nei confronti di questa zoonosi. Ma oggi gran parte delle persone non è vaccinata e quindi non è protetta. Questo calo dell’immunità di comunità può aver lasciato spazio ad un virus che finora si era riusciti a tenere sotto controllo». Infine, per Viola l’intera vicenda conferma l’allarme ben noto nella comunità scientifica: «Il virus del vaiolo delle scimmie rappresenta un reale problema per la salute pubblica. E le misure di contenimento vanno prese prima che sia troppo tardi».
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