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Il negoziatore russo nega l’apertura allo scambio di prigionieri tra Medvedchuk e i soldati di Azov: «Sono banditi da processare»

Leonid Slutsky su Telegram fa marcia indietro dopo che l'agenzia Interfax lo aveva citato su un possibile scambio di prigionieri tra i combattenti della Azovstal e l'oligarca filorusso

Dietrofront del deputato della Duma Leonid Slutsky sull’ipotesi di scambio di prigionieri tra i combattenti ucraini del battaglione Azov e l’oligarca filorusso Medvedchuk. Il negoziatore russo, capo della Commissione Esteri della Duma, ha negato su Telegram di aver mai aperto all’ipotesi di scambio, dando la colpa ai media di aver citato le sue dichiarazioni fuori contesto. Citato dall’agenzia russa Tass, Slutsky ha chiarito: «La mia opinione non è cambiata: non ci dovrebbe essere uno scambio con i combattenti dell’Azov, che sono banditi nella Federazione russa, ed il loro destino dovrebbe essere deciso dal tribunale». L’agenzia Interfax aveva citato le dichiarazioni di Slutsky, secondo cui Mosca «stava valutando» l’ipotesi di scambiare i soldati ucraini che si sono arresi dopo tre mesi di resistenza nell’acciaieria Azovstal a Mariupol con l’oligarca Medvedchuk, arrestato lo scorso aprile dagli agenti dell’intelligence di Kiev. Su Telegram poche ore dopo, Slutsky ha precisato che tutte le questioni relative al politico ucraino Viktor Medvedchuk dovrebbero essere discusse da «coloro che hanno la competenza appropriata».

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